Il pozzo a gradini di Chand Baori e la città abbandonata di Fatehpur Sikri sono due meraviglie dell’India poco note al grande pubblico, ma profondamente affascinanti. Rappresentano il volto più misterioso e spirituale del Paese.
Noi ci siamo fermati a visitare questi due capolavori poco conosciuti, durante il trasferimento di ritorno verso Agra. Tra le sabbie del Rajasthan e le pianure dell’Uttar Pradesh, questi due siti ti portando indietro nel tempo, tra simmetrie perfette, pensieri ecumenici, silenzi carichi di storia e racconti sospesi tra realtà e leggenda.
Chand Baori: il pozzo più spettacolare del mondo
Situato nel villaggio di Abhaneri, a circa 95 chilometri da Jaipur, Chand Baori (anche scritto Chand Bawri) è uno dei pozzi a gradini più profondi e impressionanti del mondo. Costruito oltre 1000 anni fa, questo pozzo non è solo una straordinaria opera d’ingegneria idraulica, ma anche un capolavoro architettonico che incanta per la sua geometria ipnotica.
Un pozzo per domare la sete del deserto
Chand Baori fu costruito nel IX secolo dal re Chand Raja della dinastia dei Nikumbha, in un’area arida dove l’acqua era una risorsa preziosa. Il pozzo scende per 13 livelli e raggiunge una profondità di oltre 30 metri. I suoi 3500 gradini disposti con simmetria perfetta creano un effetto visivo che incanta e confonde l’occhio, perché la luce e le ombre danzano lungo le pareti e diventa difficile seguirne le prospettive come in un disegno di Escher.
Ma attenzione, non era solo una cisterna: Chand Baori aveva una funzione sociale e religiosa. Durante le afose estati, le persone del villaggio si riunivano nei suoi livelli più bassi per trovare refrigerio. Era anche un luogo di meditazione, perché proprio accanto sorge il tempio di Harshat Mata, dedicato alla dea della gioia e della felicità, risalente allo stesso periodo.


Simmetria e misticismo
La bellezza di Chand Baori sta nella sua geometria quasi ipnotica: un perfetto equilibrio tra funzionalità e estetica. I gradini disposti su tre lati convergono verso il fondo come onde in pietra, mentre il quarto lato (quello a nord) ospita un padiglione con colonne, balconi: da qui probabilmente i nobili osservavano cerimonie religiose o usavano l’area per momenti di raccoglimento.
Attorno al pozzo si sviluppano corridoi terrazzati, bordati da logge con colonne scolpite, piccole nicchie e archi in stile rajput. Le nicchie ospitavano statue di divinità o motivi simbolici legati alla fertilità, all’acqua e alla protezione.
Oltre alla loro bellezza, questi corridoi avevano una funzione pratica: creavano ombre fresche durante le ore più calde.
L’intero complesso ha un’armonia sorprendente che rende Chand Baori uno dei luoghi più fotografati e apprezzati da architetti, storici dell’arte e viaggiatori curiosi.
Gli appassionati di Batman non faranno fatica a riconoscere il pozzo di Chand Baori come il carcere da cui Bruce Wayne esce nel film Il cavaliere oscuro – Il ritorno.
Per onorare questo luogo così particolare dell’India, il Dipartimento del Turismo del Rajasthan organizza tutti gli anni l’Abhaneri Festival, un evento culturale generalmente tra fine settembre e inizio ottobre, dove si possono ammirare diversi tipi di danze come la Danza Kalbelia, la Kachhi Ghodi Dance (danza con cavalli finti e spade), la Bhawai Dance (danzatrici con vasi in equilibrio) e numerosi altri spettacoli di canto e burattini ed esposizioni di artigianato locale.
Fatehpur Sikri: la città abbandonata degli imperatori
A circa 40 chilometri da Agra, patria del celebre Taj Mahal, sorge Fatehpur Sikri, un sito affascinante e sospeso nel tempo. Costruita nel XVI secolo dall’imperatore moghul Akbar, questa città in arenaria rossa fu concepita come nuova capitale dell’Impero, ma fu abbandonata appena 14 anni dopo la sua fondazione. Oggi, le sue strutture rimangono incredibilmente intatte, testimoni silenziose di un’epoca di splendore, spiritualità e potere.
Come raggiungere Fatehpur Sikri dal parcheggio
L’accesso a Fatehpur Sikri è regolamentato per proteggere il sito, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. I veicoli privati non possono arrivare fino all’ingresso monumentale: è obbligatorio lasciare l’auto nel parcheggio, situato a circa 1,2 km dal complesso principale. Detto ciò ci sono due opzioni per raggiungere l’ingresso:
- a piedi: il percorso è ben segnalato e ci vogliono circa 15 minuti. Se visiti il luogo al mattino presto o nel tardo pomeriggio può essere una buona opzione, diversamente tieni conto che il percorso è esposto a sole.
- in bus: ogni 10–15 minuti dal parcheggio parte una navetta che ti porterà a pochi metri dal Buland Darwaza, la maestosa porta d’ingresso alla moschea Jama Masjid. Il osto del viaggio è di circa 20 rupie a persona (circa 0,25 €). Noi abbiamo usufruito di questo servizio: l’unico neo potrebbe essere l’affollamento e il rischio di viaggiare in piedi.


La visione di un imperatore
Akbar il Grande, uno dei più illuminati sovrani moghul (regno: 1556–1605), non si limitò a conquistare territori: cercò anche di unificare l’India attraverso il rispetto delle diverse fedi.
Sognava una città che rappresentasse l’unità delle religioni e il potere della sua dinastia. Aveva una visione ecumenica delle fedi e Fatehpur Sikri nacque da questo sogno.
Secondo la leggenda e alcune fonti storiche, Akbar aveva 3 mogli:
- Ruqaiya Sultan Begum – moglie musulmana (sunnita)
- Mariam-uz-Zamani – moglie hindu (rajput) nota anche con il nome popolare di Jodha Bai
- Una moglie cristiana di origini portoghesi
Ruqaiya Sultan Begum era la sua prima moglie, nonché cugina, appartenente alla dinastia timuride, come Akbar stesso. Da lei, Akbar ebbe il figlio Shah Jahan, il futuro imperatore che costruirà il Taj Mahal.
Mariam-uz-Zamani era invece la seconda moglie, sposata con lo scopo di ottenere una solida alleanza politica tra i Moghul e i Rajput, divenne la consorte principale e più amata dal sovrano. Non fu costretta a convertirsi ma continuò a praticare l’induismo.
Secondo alcune fonti Akbar sposò anche una donna cristiana proveniente da Goa, per avvicinare i Moghul alle comunità cristiana, ma la documentazione è piuttosto povera su questo fatto.
La capitale imperiale fu costruita, a partire dal 1571, per celebrare la nascita del figlio Salim (il futuro imperatore Jahangir), avuto con la seconda moglie.
In soli pochi anni, sorsero palazzi, moschee, padiglioni, corti cerimoniali, giardini e fontane.
Un abbandono misterioso
Nonostante la magnificenza del progetto, la città-fortezza di Fatehpur Sikri fu abbandonata nel 1585. Le ragioni non sono del tutto chiare: secondo alcuni fu la mancanza d’acqua, secondo altri motivi strategici o politici. Quel che è certo è che la città fu lasciata intatta, come congelata nel tempo.
Oggi Fatehpur Sikri è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e uno dei migliori esempi di architettura indo-islamica. Passeggiare tra i suoi viali silenziosi è come entrare in un dipinto del passato, dove ogni angolo racconta un frammento di storia.
Un ingresso maestoso e simmetrico
Il viaggio nella città imperiale comincia attraversando un giardino charbagh, dove vialetti simmetrici e zone erbose anticipano la grandiosità del complesso. Oltre il verde, si apre la Sala delle Udienze Pubbliche (Diwan-i-Am), con un trono sopraelevato da cui Akbar ascoltava i suoi sudditi. È un luogo solenne, essenziale, ma pieno di forza simbolica.


Diwan-i-Khas
Pochi passi più in là, si entra nel misterioso e affascinante Diwan-i-Khas, la Sala delle Udienze Private, dove Akbar riceveva filosofi e religiosi per discutere questioni profonde. Al centro della sala si innalza una colonna monumentale finemente scolpita, che sorregge una piattaforma circolare sospesa. La colonna simboleggia la centralità del sovrano e la sua apertura al confronto con esponenti di tutte le religioni. Da qui, il sovrano ascoltava le voci di fedi diverse: una visione rara di tolleranza e dialogo nel cuore dell’Asia del XVI secolo.
Le vasche d’acqua di Fatehpur Sikri: ingegneria e simbolismo moghul
Tra i dettagli architettonici più affascinanti di Fatehpur Sikri spiccano le vasche d’acqua, progettate per raccogliere l’acqua piovana e regolare il microclima della città.
La più celebre è l’Anup Talao, una vasca decorativa in arenaria rossa con una piattaforma centrale collegata da quattro passerelle, situata nel cuore del complesso reale. Questo spazio scenografico, un tempo usato per esibizioni musicali e incontri spirituali, rappresenta, ancora una volta, l’ampiezza di vedute dell’imperatore Akbar, perché integra assieme elementi islamici, indù, zoroastriani e cristiani.
Oltre al valore estetico e simbolico, le vasche avevano una funzione pratica fondamentale in un territorio semi-arido: assicuravano riserve idriche e contribuivano al raffrescamento naturale degli ambienti.
Le vasche di Fatehpur Sikri rappresentano quindi un perfetto esempio di come l’architettura moghul unisse ingegneria idraulica, spiritualità e bellezza in un equilibrio armonico.
Il deposito delle monete di Fatehpur Sikri: Ankh Micholi
All’interno del complesso di Fatehpur Sikri, tra i numerosi edifici amministrativi e residenziali, si trova un edificio meno conosciuto ma di grande importanza: il Deposito delle Monete.
Questo spazio aveva la funzione di custodire l’oro, l’argento e le monete dell’Impero Moghul durante il regno di Akbar, servendo sia come riserva economica che come centro per la distribuzione delle risorse.
L’edificio, in arenaria rossa come gran parte della città, è strutturato in modo sobrio ma funzionale, con mura spesse, aperture ridotte e un solo accesso sorvegliato, per garantire massima sicurezza. All’interno, si presume vi fossero stanzoni a temperatura controllata naturalmente, dove le monete venivano conservate in sacchi o contenitori sigillati. Il deposito non era solo un luogo di stoccaggio: era anche un nodo del sistema fiscale, dove si controllavano le entrate provenienti dalle province e si organizzavano le emissioni monetarie.
Ankh Micholi riflette la modernità amministrativa di Akbar, che introdusse riforme fiscali basate su registri dettagliati e sulla standardizzazione delle monete.
Le residenze delle regine
Più avanti si trovano i palazzi delle consorti reali, ognuno con uno stile architettonico che rispecchia l’origine e la religione della regina. Il più celebre è il Palazzo di Jodha Bai, la moglie hindu di Akbar, la più amata. È il più grande tra gli alloggi femminili, decorato con motivi tradizionali indiani e influenze islamiche. All’interno, il silenzio è rotto solo dai richiami degli uccelli e dal suono lontano del vento, che attraversa i jali (finestrature traforate) in pietra.
Accanto, troviamo:
- La Casa di Birbal, ministro hindu di Akbar, famosa per la raffinatezza degli intagli.
- Il Palazzo di Mariam, sobrio ma elegante, che nonostante il nome, doveva essere una residenza per ospiti, ma non appartenne alla regina.
- Il Panch Mahal, una struttura a cinque piani con colonne leggere, pensato come padiglione per il relax e le conversazioni all’aria aperta, soprattutto nelle sere d’estate.

Il complesso religioso: Jama Masjid e Buland Darwaza
All’estremità sud-occidentale della città si apre un altro mondo: la monumentale moschea Jama Masjid, ancora attiva, e l’immensa Buland Darwaza, o “Porta della Magnificenza”.
Essendo un luogo sacro si entra scalzi e, per gli adulti, con le gambe coperte e le spalle coperte. Nel caso abbiate pantalonci corti, potranno fornirvi in loco qualche foulard con cui coprirvi.
La Moschea Jama è una delle moschee più grandi dell’India, ma anche un luogo carico di sacralità. Inserita oggi tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Jama Masjid accoglie ogni anno migliaia di devoti e viaggiatori, che vi giungono in cerca di pace, bellezza e un legame profondo con la tradizione islamica dell’India moghul.
Realizzata in pregiata arenaria rossa e pietra locale, la struttura si estende per circa 165 m di lunghezza per 134 m di larghezza, con tre cupole sovrastanti la sala di preghiera. Il suo cortile interno è talmente ampio da poter ospitare fino a 10.000 fedeli.
L’ingresso principale secolare — ossia la celebre Buland Darwaza o “Porta della Vittoria” — fu eretta nel 1575, si innalza per oltre 40 metri ed è incorniciata da merletti in arenaria e nicchie sormontate da chhatri, cupole minori.
Si tratta di una delle porte monumentali più grandi del mondo islamico, costruita per celebrare la conquista del Gujarat.
E’ così grande che le foto fatte al suo cospetto sembrano tutte distorte.
Da qui si accede al mausoleo del mistico sufi Sheikh Salim Chishti, un capolavoro di marmo bianco intagliato, simbolo della fede che ispirò Akbar nella fondazione di questa città.
Anche il complesso religioso incarna l’ecumenismo caratteristico del regno di Akbar.

Perché visitare Chand Baori e Fatehpur Sikri
Chand Baori e Fatehpur Sikri sembrano luoghi dimenticati dal tempo, un po’ fuori dalle rotte più turistiche, ma visitare Chand Baori e Fatehpur Sikri vi assicurerà stupore proprio per il loro senso di sospensione.
Entrando in questi siti, ti viene voglia di camminare in punta dei piedi per non alterare nulla di questi luoghi.
Chand Baori, scavato nella terra, è un invito a riscoprire profondità e interiorità, un luogo dove Oggi purtroppo non è possibile scendere fisicamente nel pozzo, ma rimane un luogo dove si scende spiritualmente con la mente.
Al contrario, Fatehpur Sikri è una città aperta verso l’alto, piena di ampi cortili e padiglioni ariosi, che simboleggia l’espansione del potere e della cultura.
Entrambi esprimono lo spirito creativo e visionario dell’India medievale, che univa spiritualità, ingegneria, estetica e funzionalità in un’armonia rara.
Se stai pianificando un viaggio in India del Nord, non fermarti solo ai Taj Mahal, ai forti o ai mercati colorati. Aggiungi queste due gemme al tuo itinerario. Scoprirai un’India silenziosa, profonda e incantata. Un’India che ti rimarrà nel cuore.

Come visitare Chand Baori e Fatehpur Sikri
- Chand Baori è visitabile da Jaipur, da cui dista circa 2 ore di auto. Il pozzo è aperto tutti i giorni, dalle 8:00 alle 18:00 ed è ad accesso libero (nessun biglietto). Alcuni visitatori lasciano offerte simboliche o pagano una guide all’ingresso, ma non sono ufficiali.
- Fatehpur Sikri è facilmente raggiungibile da Agra, da cui dista circa 1 ora di auto. Il venerdì la moschea Jama Masjid resta chiusa al pubblico, ma l’accesso al resto del sito è garantito. Il costo del biglietto è di circa 610 rupie indiane (poco più di 6 euro – prezzi 2025). Esistono tour guidati ed escursioni che partono da Agra, che includono Taj Mahal + Fatehpur Sikri + transfert a costi variabili.
Noi, avendo il driver privato per tutta la durata del viaggio, le abbiamo visitate entrambe in una sola giornata nel tragitto da Jaipur ad Agra.
Questa tappa fa parte di un itinerario di 10 giorni in Rajasthan che abbiamo raccontato nel nostro articolo La nostra prima volta in India: cosa vedere, cosa aspettarsi
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