Scilla e il suo incantevole quartiere di Chianalea sono tra i borghi più suggestivi della Costa Viola, simboli di una Calabria autentica che unisce storia, mito e paesaggi dove lasciare il cuore.
Visitare questi borghi significa immergersi in un’atmosfera benefica, dove la gente del posto si chiama per nome e ha ancora voglia di aprirsi, perdendosi in chiacchiere tra vicoli stretti, fatti di case colorate e scorci che si aprono sul mare dello stretto di Messina.
Questo angolo di mare è famoso non solo per la sua bellezza naturale ma anche per il mito di Scilla e Cariddi, che affascina visitatori da tutto il mondo.
Cosa vedere a Scilla
Scilla è uno dei borghi più suggestivi della Costa Viola, incastonato in una posizione panoramica che domina lo stretto di Messina.
Ma Perché si chiama Costa Viola?
La Costa Viola è il tratto di costa che si estende da Villa San Giovanni fino a Scilla. Prende il nome dalle sfumature particolari che il mare e la montagna assumono al tramonto, quando la luce crea un gioco di colori che spaziano dal blu profondo al viola intenso.
Il paese si sviluppa su tre aree principali: la Marina Grande con la sua spiaggia sabbiosa, il centro storico sovrastato dal Castello Ruffo e l’antico quartiere di Chianalea, affacciato direttamente sul mare.
La spiaggia di Marina Grande è la più frequentata, con sabbia e ciottoli, stabilimenti balneari attrezzati, ristoranti e bar. Ideale se cerchi una giornata di relax, con vista splendida sul castello arroccato e il mare.


Il Castello Ruffo
Domina il promontorio di Scilla, il Castello Ruffo di Scilla, risalente all’epoca normanna, grazie alla sua posizione strategica fu in passato un punto militare di importanza notevole. Si entra tramite un ponte sul fossato che porta al portale in pietra, sormontato dallo stemma dei Ruffo e dalla lapide del restauro del XVI sec. Il castello è aperto tutti i giorni e il biglietto intero costa €2.
Dentro si percorre un androne a volta bassa fino ad aprirsi su un cortile interno, da cui una scala imponente conduce ai saloni della residenza baronale.
La statua di Scilla e la terrazza sullo Stretto
Salendo pochi gradini dal castello, si arriva a una terrazza panoramica con la statua di Scilla (rappresentata come creatura marina). Questo è uno dei luoghi più fotografati del borgo e il punto perfetto per ammirare il tramonto o scattare una foto con il mare alle spalle.


I piloni dello Stretto
Osservando il mare non potrai non notare due piloni d’acciaio alti, un po’ antiestetici a dire il vero, ma di per sé attrattivi perché ti viene proprio voglia di chiedereti cosa ci fanno lì.
I piloni dello Stretto (u piluni in calabrese) sono parte di una storica linea elettrica ad alta tensione. Sono il pilone di Torre Faro a Messina e il pilone di Santa Trada, sul versante reggino.
Sono saliti agli onori della cronaca quando lo slackliner Jaan Roose, funambolo estone in forza al team Red Bull, nel 2024 ha tentato il record del mondo, camminando in bilico su un cavo largo solo 2 centimetri, a 200 metri sul livello del mare, per oltre 3,5 chilometri.
Lo so che muori dalla voglia di sapere come è andata, perché, diciamolo, camminare sullo stretto di Messina non è impresa da tutti i giorni.
Niente record purtroppo perché il funambolo è scivolato nell’ultimo tratto del percorso, invalidando il record ma portando comunque a compimento un’impresa memorabile.
Il quartiere di Chianalea
Dal lungomare di Marina Grande puoi raggiungere Chianalea a piedi, attraversando un tunnel scavato nella roccia.
Una volta uscito, ti ritroverai immerso nel porticciolo di Chianalea dal quale potrai comodamente raggiungere i vicoli stretti, tutti pedonali, del borgo.
Qui troverai case colorate, scorci imperdibili dove si intrufola il vento, angoli di poesia, resi instagrammabili da arredi ben studiati, come se ce ne fosse bisogno.
Questo quartiere di Chianalea è soprannominato la “piccola Venezia del Sud” per le sue case costruite direttamente sugli scogli, ma, rischiando di essere impopolare, voglio dire che l’anima di questo borgo di pescatori e di gatti, non ha bisogno di appellativi perché ha una sua personalità ben definita e storie da raccontare.
Perditi tra i suoi vicoli, cerca la scritta LOVE grande e la panchina che ti ricorda la bellezza del mare e che il Sole dobbiamo averlo dentro.
Se avete voglia di acquistare un souvenir andate a trovare il simpatico proprietario di Le Barche Chianalea Shopping.
Noi abbiamo acquistato il consueto braccialetto familiare dei viaggi, un semplice filo con un gioiellino in argento a tema mare (una stella marina, una conchiglia).
Quello che più ci ha colpito tuttavia è la storia della sua famiglia, con la figlia migrata al Nord e la nipotina che torna tutte le estati nella terra d’origine. Puoi guardare il reel in basso per scoprirla.







Dove mangiare a Chianalea
Una delle esperienze più belle a Chianalea è pranzare in uno dei ristoranti con terrazza affacciata direttamente sul mare, ascoltando il rumore delle onde e gustando piatti di pesce fresco.
L’alimento simbolo di Scilla e Chianalea è il pesce spada. In queste acque, dalle forti correnti e, per questo ricche di plancton, lo spada trova un habitat perfetto, che rende la qualità della sua carne eccelsa, più soda e saporita rispetto ad altre zone di pesca.
Tra le nostre esperienze, consigliamo una tappa al Civico 5, un locale che offre panini farciti con tutti i sapori tipici della tradizionale calabrese, specialmente il panino con il pesce spada, arricchito di altri gusti inebrianti.
Per approfondire, leggi il nostro articolo dedicato Civico 5: l’esperienza gastronomica imperdibile a Chianalea.
Dove parcheggiare a Scilla e Chianalea e come arrivare
Le vie di Scilla e anche di Chianalea sono molto strette e poco accessibili alle auto. Ti consigliamo di lasciare la macchina nel parcheggio della stazione ferroviaria di Scilla, a pochi minuti a piedi dal centro storico, e muoverti comodamente a piedi senza problemi. Il parcheggio è a pagamento. In alternativa puoi tentare di parcheggiare lungo i vicoli lato Chianalea presso il Parcheggio San Giuseppe Chianalea (imposta sul navigatore: Via Annunziata, 89058 Scilla RC). Un pochino più distante e comunque sempre con pochi posti auto, c’è il Parcheggio Chianalea Scilla lungo la statale 18 – Ex Galleria Chianalea.
Se arrivi in aereo, l’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria è la porta d’accesso più vicina.
Da lì puoi noleggiare un’auto e raggiungere Scilla in circa 30 minuti percorrendo la Strada Statale 18.
In alternativa, puoi prendere un taxi o raggiungere Reggio Calabria e da lì prendere il treno regionale, che collega la città a Scilla in circa 20 minuti.
Il mito di Scilla e Cariddi: leggenda e fascino tra i due mostri marini
Scilla e Cariddi sono figure mitologiche che tutti, bene o male, abbiamo sentito nominare almeno una volta nella vita, fosse anche solo nei libri di scuola.
Ma forse, dopotutto, non ce la ricordiamo così bene (puoi ammetterlo in silenzio, anche solo dentro di te!)
Secondo la leggenda, Scilla era una bellissima ninfa trasformata in un mostro marino con sei teste da una gelosa maga. Abitava nelle grotte della Costa Viola, proprio dove oggi sorge il borgo di Scilla.
Dall’altra parte dello stretto di Messina, a poche miglia di distanza, si trovava Cariddi, un altro mostro marino che inghiottiva l’acqua del mare tre volte al giorno creando pericolose correnti e vortici.
Il passaggio tra Scilla e Cariddi era così insidioso da rappresentare una sfida per i naviganti antichi, costretti a scegliere se affrontare le teste di Scilla o rischiare di essere risucchiati da Cariddi.
Navigavamo addolorati intanto
Per l’angusto sentier: Scilla da un lato,
Dall’altro era l’orribile Cariddi,
Che del mare inghiottia l’onde spumose[Omero, Odissea, Libro XII]
Da qui nasce l’espressione “tra Scilla e Cariddi”, usata ancora oggi come simbolo di insidie inevitabili e scelte difficili, quindi per indicare una situazione in cui si è costretti a scegliere tra due pericoli.
Oggi, il borgo di Scilla conserva il fascino di questa leggenda, con il suo castello che domina il mare e le acque limpide che incantano i visitatori, unendo mito, storia e natura in un’unica esperienza.






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