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La bottega dei carretti siciliani di Damiano e Biagio a Ragusa Ibla

La bottega dei carretti siciliani di Damiano Rotella e Biagio Castilletti, nel cuore di Ragusa Ibla, è un luogo dove l’arte antica prende nuova vita. Qui, il rosso cinabro — pigmento brillante e simbolico — non è solo colore: è il segno distintivo di una tradizione che continua a raccontare storie siciliane con passione, maestria e identità.

In questo viaggio tra memoria e creatività, vi portiamo alla scoperta di una bottega che custodisce e rinnova l’anima più autentica dei carretti siciliani.

Cos’è il rosso cinabro e perché è così speciale

Il cinabro è un minerale composto da solfuro di mercurio, noto per il suo pigmento rosso acceso, usato fin dall’antichità. Ma qui non siamo a una lezione di chimica: il rosso cinabro è uno dei simboli visivi più forti della tradizione dei carretti siciliani.

Non a caso, è anche il nome scelto dall’azienda artigianale fondata da Damiano Rotella e Biagio Castilletti, maestri carrettieri che hanno fatto di un’arte antica un linguaggio contemporaneo.

Origini e storia dei carretti siciliani

Dai mercati alla memoria: come nascono i carretti siciliani

Nati come mezzi di trasporto rurale, i carretti siciliani si sono trasformati in vere opere d’arte ambulanti. Le loro sponde intagliate e dipinte raccontano storie di santi, cavalieri, contadini, in un caleidoscopio di colori accesi che doveva essere visibile anche da lontano.

Il rosso cinabro era uno dei colori preferiti. Gli artigiani lo maneggiavano senza protezioni, ignari della sua tossicità. Il pigmento si insinuava sotto la pelle, tra le unghie, finiva persino sul pane e formaggio mangiato durante le pause in bottega. Una contaminazione inconsapevole, ma inevitabile.

Biagio e Damiano al lavoro - bottega Rosso Cinabro
Biagio e Damiano al lavoro – bottega Rosso Cinabro @Tryatrip 2022

L’evoluzione estetica e sonora

Dal legno al suono: la sinfonia del carretto siciliano

Con il tempo, non solo le sponde ma anche le chiavi, le parti strutturali dei carretti, furono scolpite e dipinte con sempre maggiore dettaglio. Ma l’arte non si fermava alla vista. I carretti erano anche musicali: le parti metalliche erano progettate per creare un suono armonico durante il movimento, accompagnato dal tintinnio delle bardature dei cavalli.



Il tempo marciava lento, per andare da qui a lì non c’erano i treni ad alta velocità o i voli low cost. Era il tempo in cui, per andare da Catania a Siracusa, serviva una settimana intera, e per imparare un mestiere servivano anni. Si andava in bottega a fare il garzone, sperando un giorno di prendere il posto del maestro. E di maestrie nella bottega del carrettiere ce n’erano tante: il falegname, il fabbro, l’intagliatore, il pittore, per non parlare di chi si occupava dei cavalli.

Quando passava un carretto, lo si sentiva arrivare. Tutti scendevano in strada per vedere, ascoltare e “leggere” le storie dipinte.

[Damiano]

L’arte nella bottega: un mestiere collettivo

Il carrettiere e i suoi compagni d’arte

Ogni carretto era il frutto del lavoro di una bottega multiforme: falegnami, fabbri, intagliatori, pittori, maniscalchi. Si iniziava come garzone e si imparava osservando, ascoltando, sbagliando. Il tempo era maestro, non c’erano tutorial.

La rinascita dei carretti siciliani

Il vento del cambiamento non ha spezzato la magia dei carretti siciliani, anzi: l’ha alimentata. Immagina la bottega di Damiano e Biagio, un piccolissimo teatro artigiano nel cuore di Ragusa Ibla, dove ogni pennellata, ogni cesello, racchiude il respiro di un passato glorioso.

È qui che la tradizione incontra l’innovazione. Spinti da una passione che non conosce tempo, i due maestri hanno trasformato il carretto in qualcosa di più: un codice visivo che parla ai giorni nostri. Non sono solo carretti dipinti, ma tele che viaggiano, icone che si adattano ai contesti moderni.

Ecco allora che trovi un dettaglio di intaglio rosso cinabro su una borsa di carta firmata Dolce & Gabbana, un’affascinante fusione tra l’antico e il contemporaneo. O una fotografia scattata da Steve McCurry, che cattura l’anima e la storia di queste superfici dipinte, portandole sotto l’obiettivo di uno dei più grandi fotografi viventi.

È in questo dialogo tra vecchio e nuovo che il carretto rincomincia a camminare nel mondo: non più trainato da cavalli per le campagne siciliane, ma trasportato negli atelier del design e nei musei del racconto visivo. Un viaggio che parla di memoria, di orgoglio, di identità, ma anche di resilienza creativa: la capacità di adattarsi, reinventarsi, vivere.

E mentre si guarda una macchina fotografica o si sfoglia una borsa di lusso, l’eco di quel tintinnio metallico, di quei colori pieni di polvere e fatica, attraversa il presente e ci ricorda che le tradizioni, se custodite con cura, possono fiorire di nuovo, ovunque.

Perché Visitare la Bottega dei Maestri Carrettieri Siciliani

Visitare la loro bottega non è solo turismo: è un viaggio emotivo e culturale.

È toccare con mano una Sicilia che resiste, che dipinge ancora a mano, che suona mentre cammina. È raccogliere una storia e portarla via con sé.

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Commenti

5 risposte a “La bottega dei carretti siciliani di Damiano e Biagio a Ragusa Ibla”

  1. Che bellissima esperienza e che meraviglia, sarebbe davvero un peccato che una tradizione così importante che si è tramandata per tantissimi secoli venisse persa, complimenti a Damiano e Biagio che hanno deciso di mantenerla viva 🙂

  2. Molto bello il contenuto dell articolo che profuma di tradizione e vita lenta, ormai purtroppo persa. Le tracce di rosso ovunque, come un prolungamento naturalmente degli artigiani. È nobile mantenere viva la memoria e l’arte.

    1. Mantenere viva la tradizione: c’è chi lo fa e bisogna per questo dare loro ampia risonanza per non perdere maestrie di lunga data

  3. Conosco bene il cinabro (ne ho anche qualche campione in casa) e la tradizione dei carretti siciliani di cui sono follemente innamorata (e d’altronde non potrebbe essere altrimenti dato che ho un papà siciliano) e sono davvero triste di sapere che questa arte si sta perdendo. Encomiabile il lavoro di questa bottega!

    1. concordo, sono davvero bravi anche ad aver trovato collaborazioni illustri che possono tenere in vita e dare risalto ad un mestiere con così lunga tradizione

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