A pochi chilometri dal caos urbano di Jaipur, incastonato tra le colline dell’Aravalli nel Rajasthan, si trova il tempio delle scimmie Galta Ji Jaipur, un sito sacro dedicato al dio Hanuman, la divinità scimmia dell’induismo.
Il tempio delle scimmie Galta Ji Jaipur sorge in una stretta valle circondata da colline rocciose e pareti naturali. Già arrivarci è un’esperienza suggestiva: ti separa dal mondo frenetico e ti proietta in una dimensione spirituale e sospesa nel tempo.
Avevamo letto opinioni contrastanti su questo luogo, descritto da alcuni come sporco e popolato da scimmie aggressive. Ma la nostra esperienza al tempio delle scimmie Galta Ji Jaipur è stata ben diversa.
Lasciata l’auto in una piccola area di sosta, ci incamminiamo a piedi lungo la strada che porta al tempio. La nostra guida si ferma un attimo a comprare delle patatine e ci avviciniamo al tempio in un silenzio e in una quiete quasi surreale, osservati solo da qualche vacca sacra che popola la zona.
La mattina è appena iniziata e forse questo è il momento migliore per la visita al tempio di Galta Ji.
Le vere padrone del tempio: le scimmie
A Galta Ji, sono le scimmie a regnare, bisogna farsene una ragione. Ce ne sono centinaia: giocano, si rincorrono, si arrampicano sui muri del tempio, si spulciano tra loro con una calma zen, ma sono anche pronte a rubarti tutto quello che hai da mangiare.
Sono per lo più macachi rhesus, abituati alla presenza umana ma pur sempre selvatici.
La nostra guida ci insegna come offrire le patatine alle scimmiette golose. Loro osservano con sguardo intelligente perché hanno già capito e sono impazienti di venire ad arraffare quello che hai tra le mani.
Si avvicinano con cautela e poi, con uno scatto fulmineo, afferrano il cibo e fanno qualche balzetto più in là per riguadagnare una distanza di sicurezza. Alcune, più temerarie, si siedono accanto a te, e con il tempo, poco tutto sommato, si abituano alla tua presenza e non si allontano nemmeno più, anzi finiscono per starti addosso, in braccio, sulla spalla, sulla testa. Ci sono anche madri che allattano i cuccioli, un po’ più sospettose restano un pochino in disparte.


Architettura e spiritualità
Nonostante la presenza massiccia di queste bestiole, il complesso di Galta Ji è molto più di un rifugio per scimmie. È un luogo sacro composto da più templi e vasche naturali (kund), alimentate da una sorgente che sgorga dalla roccia. I fedeli indù credono che queste acque siano purificatrici, al pari di quelle del Gange.
L’architettura è sorprendente: cupole, scalinate, cortili interni, affreschi che raccontano storie mitologiche. Le pareti del tempio sono decorate con motivi floreali e divinità scolpite nella pietra. Il Tempio di Hanuman è il più importante, ma c’è anche un tempio dedicato a Surya, il dio sole, che regala una vista mozzafiato sulla valle al tramonto.
Nonostante la decadenza visibile – l’intonaco scrostato, i graffiti lasciati dai turisti, qualche rifiuto qua e là, come in tutto il Rajasthan – c’è una bellezza ruvida, autentica, che rende tutto incredibilmente affascinante.


L’acqua sacra di Galta Ji: purificazione oltre ogni barriera
Uno degli aspetti che ci ha colpito più profondamente durante la visita a Galta Ji è stato il rapporto intimo e sacro tra i pellegrini e l’acqua. I kund — le vasche naturali alimentate dalla sorgente sotterranea — sono una festa di colori, qualcosa di inedito per l’occhio occidentale non abituato ad una fede festosa. Sono pieni di donne, grandi e piccole, che si immergono parzialmente nude o con abiti trasparenti, senza alcun imbarazzo o pudore. Raccolgono l’acqua sacra con le mani e se la rovesciano sulle spalle, in un gesto pieno di allegra speranza.
Non c’era nulla di erotico o trasgressivo. Al contrario, si trattava di un gesto profondamente spirituale, un atto di purificazione dell’anima e del corpo, radicato nella tradizione millenaria dell’induismo.
In India, l’acqua non è solo un elemento fisico: è una forza cosmica, un ponte tra umano e divino.
Le sorgenti naturali sono spesso considerate manifestazioni della grazia divina, e immergersi in esse significa lavare via il karma, liberarsi dalle impurità, prepararsi a una rinascita spirituale.
L’acqua di Galta Ji è considerata al pari di quella del Gange. Si dice che bagnarsi nei suoi kund possa interrompere il ciclo delle reincarnazioni e portare salvezza.


In questo contesto, la nudità non è legata alla vergogna o all’esibizione, ma alla verità: si entra in contatto con il divino così come si è nati, senza barriere, senza maschere.
Per noi ospiti occidentali è importante avvicinarsi a queste pratiche con rispetto e discrezione. Possiamo osservare e fotografare, sempre con il rispetto dovuto, comprendendo che in quei gesti c’è una fede antica, potente, profondamente umana.
Come arrivare al tempio di Galta Ji
Raggiungere il tempio di Galta Ji è abbastanza semplice, soprattutto se ti trovi già a Jaipur, una delle principali città del Rajasthan e tappa fondamentale del famoso Triangolo d’Oro dell’India. Il tempio dista circa 10 chilometri dal centro di Jaipur e il tragitto può durare tra i 20 e i 30 minuti, a seconda del traffico.
Il modo più comodo per arrivare è in auto privata con driver, servizio molto diffuso in India.
In alternativa, puoi contrattare un tuk-tuk, ma ricordati sempre di concordare il prezzo prima della partenza.
Se sei più avventuroso, puoi anche salire su una moto a noleggio e goderti il tragitto in autonomia, ma fai attenzione al traffico indiano, piuttosto caotico e imprevedibile.
La strada che conduce al tempio passa attraverso quartieri periferici e poi si arrampica leggermente tra le colline rocciose. L’ultimo tratto è pedonale: bisogna lasciare il veicolo in un piccolo parcheggio e camminare per qualche minuto lungo un sentiero suggestivo, spesso accompagnato da scimmie curiose e sguardi incuriositi dei locali.


Quanto costa il biglietto per Galta Ji
Una delle sorprese più gradite per chi visita Galta Ji è che l’ingresso è gratuito. Trattandosi di un luogo sacro e di pellegrinaggio per i fedeli induisti, non viene richiesto un biglietto per accedere al complesso. Tuttavia, è bene sapere che alcuni custodi o pseudo-guide potrebbero chiederti un’offerta o una “donazione” per entrare in alcune aree, oppure per scattare fotografie.
In generale, una piccola mancia (10-50 rupie) è ben vista se vuoi fotografare o se chiedi informazioni a qualcuno del posto. Ricorda sempre di portare contanti in rupie, poiché non ci sono sportelli bancomat nelle vicinanze.
Se visiti il tempio con una guida turistica privata, il costo varierà a seconda dell’agenzia, ma in genere un tour di mezza giornata da Jaipur verso Galta Ji e ritorno si aggira intorno a 500-1000 rupie a persona.

Il periodo migliore per visitare Galta Ji
Il Rajasthan è una regione dal clima estremo, quindi scegliere il momento giusto per visitare Galta Ji può fare la differenza tra un’esperienza piacevole e una sofferta per il caldo torrido.
Il periodo ideale per visitare il tempio è tra novembre e marzo, durante la stagione secca e fresca.
Le temperature oscillano tra i 15 e i 25 gradi Celsius, rendendo il cammino e l’esplorazione dei templi molto più confortevoli. Generalmente, in questo periodo l’afflusso di pellegrini è maggiore, regalando un’atmosfera ancora più autentica.
Se puoi evita i mesi estivi, da aprile a giugno, quando le temperature possono superare i 45°C, rendendo la visita faticosa. Anche il periodo del monsone (luglio-settembre) può essere scomodo, con piogge improvvise e sentieri fangosi, anche se la vegetazione nelle colline circostanti in questo periodo è rigogliosa e sorprendentemente verde.
Tuttavia noi abbiamo vissuto benissimo la nostra esperienza in Rajasthan e anche qui al tempio di Galta Ji, proprio in luglio. Forse siamo stati fortunati ma per tutta la durata del viaggio, ha piovuto solo un pomeriggio.
Un’occasione particolarmente interessante per visitare Galta Ji è durante il festival di Makar Sankranti, a metà gennaio, quando centinaia di pellegrini arrivano per bagnarsi nei kund e celebrare l’entrata del Sole nel segno del Capricorno. È un’esperienza vivace e intensa, perfetta per chi vuole immergersi nella cultura religiosa locale.
Questa tappa fa parte di un itinerario di 10 giorno in Rajasthan, puoi leggere di più nel nostro articolo Incantesimi Indiani
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