L’India la ami o la odi, dicono.
Al ritorno dalla nostra prima volta in India, posso dire che la nostra esperienza non รจ stata cosรฌ polarizzante.
ร certamente difficile amare a prima vista un mondo cosรฌ tanto diverso da quello a cui siamo abituati, ma allo stesso tempo, credo non sia possibile odiarlo senza appello.
Le sfide culturali che l’India ti pone richiedono senza dubbio una grande apertura mentale e ti invitano, ad ogni occasione, a guardare il mondo da unโangolatura diversa.
La prima cosa che ci ha colpito sono le strade, dove circola letteralmente di tutto.
Il traffico in India รจ cosa per indiani, quindi il nostro primo consiglio รจ di affidarsi ad un servizio di driver locali.
Guidare sulle strade indiane, grandi o piccole che siano, significa districarsi in un traffico a mille velocitร , fatto di macchine e camion, anche tranquillamente in contromano, di una miriade di moto su cui viaggiano anche cinque persone e di tuc tuc, su cui viaggiano anche in venti.
Tutti suonano con estrema facilitร e con una frequenza talmente elevata che viene da chiedersi se abbia ancora un senso.
E poi ci sono i carretti trainati dai dromedari e persone a piedi scalzi, pellegrini vestiti di arancione che trasportano otri di acqua da un tempio all’altro, e animali, tanti animali: le immancabili mucche sacre (quelle con la gobba) e anche quelle non sacre, bisonti, cani randagi, pecore e capre, iguane e scimmie, qualche cinghiale.
Sembra che lโIndia, da un miliardo e mezzo di abitanti, sia tutta per strada.

Quando arrivi in India per la prima volta, devi addomesticare la vista.
I primi giorni ogni cosa colpisce i tuoi sensi: balza e rimbalza tra occhi e mente la questione della pulizia.
Lungo le strade dei villaggi si mescolano polvere a rifiuti, per incuria, per difficoltร , per cultura o per unโaltra moltitudine di fattori difficili da comprendere perchรฉ lโIndia resta pur sempre il paese che sfoggia uno dei piรน grandi impianti fotovoltaici al mondo, scrive software per le aziende di mezzo pianeta, va sulla luna e realizza la bomba atomica, per cui decodificarla semplicemente in chiave arretratezza non รจ possibile. LโIndia รจ il paese dei contrasti.
ร anche il paese da 30 milioni di dei, dove si venerano scimmie e topi e si chiede al Dio elefante Ganesh di portare fortuna in ogni impresa. ร il paese dove si benedice ogni macchina nuova uscita dal concessionario, portandola in appositi templi per essere cosparsa di fiori.
In India, la devozione supera ogni altra questione.
E poi ci sono le caste che plasmano le dinamiche sociali.
Le riforme intraprese e lโapertura delle metropoli indiane a contaminazioni internazionali stanno lentamente cambiando le cose, ma nei villaggi resistono tradizioni e divisioni, per cui si eredita la casta per nascita e dentro la casta ci si sposa, con matrimoni combinati per aver maggior probabilitร di successo.
Bramini, Guerrieri, Commercianti e Artigiani sono le caste principali, suddivise in tante sotto caste.
Fuori da ogni gerarchia, ai margini del mondo indiano, ci sono gli Intoccabili, esclusi da molte attivitร sociali ed economiche. Passando nei villaggi ti accorgi di loro: le donne avvolte in sari giallo e arancio, gli uomini scalzi, spazzano le strade con scope di paglia, dentro nuvole di polvere, tra chiazze di sterco sacro e pozze di acqua fangosa. Sono immagini a cui ti devi abituare.
E poi ci sono i colori e i profumi: i sari sgargianti e i templi festosi di una religione allegra che si nutre di speranza e non di peccato: sono i colori dellโottimismo e della vitalitร , di statue giganti in templi pieni di fiori e di bandiere, da farti pensare ad un parco dei divertimenti. Sono i colori della sabbia che si tinge di giallo a Jaisalmer, di rosa a Jaipur, di rosso a Bikaner. Sono i colori delle spezie che profumano lโaria di curry, di zafferano e di cardamomo e dei bazar dove si vendono montagne di banane e di mango grandi come angurie, su carretti traballanti o direttamente a terra.
Non si puรฒ riassumere lโIndia in un resoconto della prima volta, forse non si puรฒ proprio raccontare, รจ semplicemente da andare a vedere.

E allora entriamo nel merito del nostro tour, per offrirti ispirazione se stai pianificando il tuo primo viaggio in India.
LโIndia si estende dalle vette innevate dellโHimalaya fino alle foreste pluviali del sud, contando 28 stati diversi, e noi, viaggiando nel periodo monsonico, abbiamo disegnato un tour a tappe di 10 giorni in Rajasthan, lo stato con la maggior parte del territorio coperto da deserti e perciรฒ tendenzialmente piรน asciutto.
Abbiamo poi aggiunto Agra, in Uttar Pradesh per lโimmancabile visita al Taj Mahal.
Il nostro programma inizia e termina a Delhi, sede dellโaeroporto internazionale piรน comodo per visitare il nord del paese.
Abbiamo pernottato in diverse cittร , compiendo un giro ad anello che ci ha portati fino al deserto del Thar al confine con il Pakistan. Le distanze tra le varie tappe sono piuttosto impegnative ma nei tragitti รจ possibile fermarsi per apprezzare punti di interesse e rigenerarsi un po’.
Scopri il nostro tour in Rajasthan per tappe leggendo i seguenti articoli: cosa c’รจ da vedere, suggerimenti e consigli per vivere la prima volta in India senza intoppi
- Mandawa: tra haveli e pavoni
- Bikaner: Il forte e il tempio dei topi a Deshnoke
- Jaisalmer: la cittร dโoro e il deserto del Thar
- Jodhpur: la cittร blu, il bazar e le spezie piรน profumate
- Jaipur: la cittร rosa, l’Amber Fort
- Galta Jil, il Tempio delle Scimmie
- Il pozzo di Chand Baori e Fatehpur Sikri
- Agra: Taj Mahal in nome dellโamore
Oltre alle attrazioni turistiche per viaggiare in totale serenitร รจ sempre bene avere dei consigli pratici su cui fare affidamento. Vi lasciamo il resoconto della nostra esperienza su:
- Come procurarsi il visto per entrare in India
- Cosa si mangia in India: accortezze e suggerimenti
- Cosa acquistare in India: i dazi doganali e altre attenzioni
Buona lettura e buon viaggio!
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