All’interno della celebre Mole Antonelliana, simbolo indiscusso della città di Torino, trova spazio uno dei musei più iconici d’Italia: il Museo Nazionale del Cinema. Visitato ogni anno da migliaia di persone, il museo ospita una collezione permanente e mostre temporanea di grande rilievo. La struttura offre anche la possibilità di salire sopra i tetti della città, grazie al suo ascensore panoramico del tutto particolare.
Se cercate cosa da non perdere a Torino, di certo la Mole e il suo Museo sono un must-see.
Un Viaggio nella Storia della Settima Arte
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è una tappa obbligata per chi visita la città, non solo perché è un omaggio alla storia del cinema, ma anche perché si tratta di un’esperienza immersiva capace di incantare grandi e piccoli.
La Settima Arte è qui raccontata dai suoi albori, sia dal punto di vista tecnico sia da quello più iconico, che tocca le corde dell’immaginario collettivo.
Il museo trova la sua cornice ideale nella Mole Antonelliana, un edificio iconico progettato da Alessandro Antonelli nel XIX secolo.
L’architettura imponente e il vasto spazio interno creano un’atmosfera del tutto particolare e insolita per una sede museale, ma non riusciamo ad immaginare location più perfetta per ospitare la storia della cinematografia.
Il museo si sviluppa in verticale, con scale elicoidali che ricordano una pellicola cinematografica.
Le scale seguono il profilo della Mole e danno una straordinaria visibilità all’ Aula del Tempio, la parte centrale dell’edificio. L’utilizzo della luce naturale per valorizzare le esposizioni dona un tocco sofisticato alla visita.
La collezione è ricca e variegata e la narrazione si muove dagli albori della rappresentazione visiva fino alle più moderne tecnologie digitali.

Oggi sembra tutto scontato, ma il percorso che ha portato alla nascita del cinema è stato un susseguirsi di studi e scoperte sorprendenti, quasi magiche.
Tra i tantissimi oggetti esposti si trovano diverse Lanterne magiche, i primi strumenti capaci di portare la mente lontana dal corpo fisico, verso spazi di immaginazione mai esplorati prima.
E poi si entra nel vivo con le prime pellicole, cimeli di straordinario valore storico come Cabiria, di Giovanni Pastrone, risalente al 1931.
E ancora costumi di scena, indossati in celebri film e manifesti e locandine d’epoca, che raccontano l’evoluzione del marketing cinematografico e riflettono il gusto estetico delle diverse epoche.
Come è nato il Museo Nazionale del Cinema
Torino a inizio Novecento era uno dei principali centri produttivi della cinematografia italiana. Infatti dopo Roma, anche a Torino prendono vita importanti case di produzione cinematografica come la Ambrosio & C. nel 1906 e la Carlo Rossi & C. nel 1907., che l’anno successivo diventa Itala Film di Carlo Sciamengo e Giovanni Pastrone.
La città richiama così grandi artisti, registi e operatori del settore.
Tra di loro si muove Maria Adriana Prolo, una giovane ricercatrice che durante i suoi studi, sulla storia piemontese, si imbatte nelle riviste dedicate al cinema muto e se ne innamora.
La fondazione di un museo del cinema che tuteli questo patrimonio storico diventa la sua missione di vita.
Era l’8 giugno del 1941 quando sulla pagina della sua agenda scrive “Pensato il Museo”.
Le traversie per arrivare alla realizzazione del museo sono tante ma la Prolo non è donna da scoraggiarsi.
Nel suo faticoso percorso, fu fondamentale l’amicizia e la complicità con Henri Langlois fondatore de Cinémathèque française, che la consiglia e la sprona specie nei momenti difficili.
Così, nel 1953, Il progetto Museo del Cinema fa i suoi primi passi e nasce l’Associazione culturale Museo del Cinema, che vede tra i fondatori i registi Giovanni Pastrone e Arrigo Frusta, insieme al critico cinematografico per “La Stampa” Mario Gromo.
La tappa successiva avviene il 27 settembre 1958 con l’inaugurazione del Museo Nazionale del Cinema presso Palazzo Chiablese, perché la sede originariamente individuata nella Mole Antonelliana fu gravemente danneggiata da un violento temporale.
Nel 1983 a seguito dell’incendio che distrusse il cinema Statuto e causò la morte di 64 persone, il museo del Cinema chiude al pubblico per ragioni di sicurezza ma l’anno successivo alcuni allestimenti sono traslocati presso la sede del Cinema Massimo di via Verdi, accanto alla Mole Antonelliana.
Purtroppo Maria Adriana Prolo muore nel 1991 senza mai vedere il ritorno del museo nella sua sede predestinata: la Mole Antonelliana.
Solo nel 1995 il museo viene infatti trasferito nella sede attuale, in occasione del centenario della nascita del cinema. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel luglio 2000.
Il museo diventa Fondazione
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è ufficialmente fondazione dal 27 luglio 1992. Questo passaggio ha segnato un momento cruciale nella sua storia, garantendo maggiore autonomia gestionale e consentendo una gestione più flessibile ed efficace delle risorse. La Fondazione Museo Nazionale del Cinema è stata istituita con l’obiettivo di valorizzare ulteriormente il patrimonio cinematografico e di consolidare il ruolo del museo come uno dei principali poli culturali dedicati al cinema a livello internazionale.






L’Ascensore Panoramico: Torino ai Tuoi Piedi
Dopo aver esplorato il museo, è impossibile resistere al richiamo dell’ascensore panoramico della Mole Antonelliana. Questo straordinario impianto porta i suoi ospiti a 85 metri di altezza, regalando una vista a 360° sulla città di Torino e sulle Alpi circostanti.
La salita attraversa il vuoto centrale della Mole, ed è un’esperienza emozionante che porta ad ammirare la cupola da vicino. Una volta raggiunta la cima, il panorama spazia dai tetti rossi della città alle colline torinesi, fino alle maestose cime alpine che abbracciano l’orizzonte.
Lo sapevi che la Mole Antonelliana fu pensata per essere una Sinagoga?
Il progetto però non convinse la comunità ebraica e l’edificio fu allora acquistato dal Comune per farne un monumento all’unità nazionale. la Mole deve il suo nome all’architetto Alessandro Antonelli, che iniziò i lavori nel 1863 e li concluse nel 1889. Nel 1904 fu posizionato sulla sommità della Mole un angelo come omaggio al cielo e come simbolo di protezione per la città di Torino. Tuttavia nel 1953 un violento temporale lo fece precipitare, danneggiando la struttura ma fortunatamente non causando vittime.
La caduta dell’angelo segnò un evento carico di significato per i torinesi, che lo interpretarono come un simbolo di fragilità, ma anche come un’opportunità di rinnovamento.
Per questo motivo, nel 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, al posto dell’angelo venne collocata una stella a cinque punte, a rappresentare modernità e speranza, e fu anche inaugurato l’Ascensore panoramico.
Attenzione ai scaramantici!!
In città vige l’idea scaramantica che intima di non salire sulla Mole Antonelliana prima della laurea, pena il non raggiungimento dell’ambito traguardo. Sfidando la sorte, sono salita diverse volte fin lassù, prima di laurearmi e vi giuro che mi sono laureata lo stesso, per ben due volte.


Consigli Pratici per la Visita
Se hai in programma di visitare il Museo del Cinema e la Mole Antonelliana, ecco alcuni consigli utili:
- Prenotazione: Soprattutto nei weekend e nei periodi di alta stagione, è consigliabile prenotare in anticipo per evitare lunghe code e avere la possibilità di accedere evitando i sold-out.
Esistono diverse tipologie di biglietti. Il biglietto più semplice comprende la solita visita del museo del Cinema. Si possono tuttavia acquistare biglietti cumulati che includono la salita con l’ascensore panoramico e in questo caso, è necessario scegliere l’orario della salita e rispettarlo rigorosamente.
Esistono anche diverse possibilità di visite guida e laboratori adatti anche ai più piccoli. Consigliamo di visitare il sito ufficiale del museo per la scelta e l’acquisto. - Orari di apertura: Controlla sempre gli orari aggiornati sul sito ufficiale, poiché possono variare durante l’anno.
- Accessibilità: L’ascensore panoramico è accessibile anche a persone con mobilità ridotta, ma è bene informarsi su eventuali limitazioni.
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