Le storie che hanno un’onda lunga capace di arrivare fino a noi, resistendo nei secoli, hanno un fascino particolare che deriva dal loro potere di vincere il tempo. Ad ogni generazione rimane il compito di non disperderne il valore.
Penso a questo quando nei vicoli della Volterra antica, un po’ etrusca, un po’ romana e un po’ medievale, incontriamo le poche botteghe artigiane che lavorano ancora a mano l’alabastro.
L’alabastro di Volterra e le botteghe artigiane
Di oggettistica in alabastro Volterra ridonda, intendiamoci, ma sono per lo più frutto di processi industriali basati su materie prime non autoctone, che rispondono bene ad economie di scala ma lasciano per strada il valore della tradizione.
Entrare nella bottega di Bruno Raspi significa entrare in contatto con un mondo che soffre questo senso di perdita. Bruno ancora oggi dopo una vita passata tra nuvole di alabastro, va per le cave, ormai chiuse, a cercare uova di alabastro da modellare, ma nelle sue parole c’è tutta l’amarezza per qualcosa che ci sta sfuggendo di mano.
Alabastro e Volterra è stato un binomio inscindibile fin dai tempi degli Etruschi, perpetuato attraverso le generazioni, diffuso dai mercanti in tutto il mondo.
E’ un binomio in cui arte e artigianato si fondono, perché lavorare questo materiale, non è solo manualità, non è solo esperienza, ma è soprattutto arte: immaginare dentro un uovo informe di roccia calcarea, malleabile ma fragile, una figura che ne esalti la trasparenza, che ne impreziosisca le qualità.
Si tratta di un’arte talmente particolare da aver avuto nel tempo specializzazioni legate ai diversi tipi di lavorazione: tornitori e squadratori, incisori e scultori di bassorilievi.
Ecomuseo dell’alabastro di Volterra
Vale davvero la pena lavorare per conservarla questa tradizione che è nel DNA della nostra storia. All’ecomuseo dell’alabastro, ci provano. L’idea è quella di diffondere conoscenza sul tema, portando la gente dentro le piccole stanze del museo, ma soprattutto fuori, per i vicoli volterrani dove trovano spazio le poche botteghe rimaste e per il territorio intorno, dove questa storia ha il suo inizio.
Il valore di una civiltà sta anche nel saper conservare l’eredità che il tempo le ha consegnato, rendendola unica. Esaltare le maestranze dell’alabastro e far in modo che quest’arte non svanisca curandosi di tramandarla a generazioni nuove è un valore che una società sostenibile non può permettersi di perdere, a vantaggio di un mercato di massa, più redditizio nell’immediato ma fine a sé stesso.
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