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L'America dei grandi parchi è una delle espressioni più riuscite di madre natura. Vastità territoriali di un Vuoto talmente Pieno da colmare ogni interstizio emotivo possibile. Non è solo la bellezza e la varietà dei paesaggi a colpire i sensi, è soprattutto la loro incredibile capacità di farci sentire di passaggio, come fossimo ospiti temporanei di una geosfera che vivrà oltre il nostro tempo.
Ecco allora che, quando arriviamo al Sequoia National Park, dopo 400 km di asfalto da Los Angeles, abbiamo subito motivo per sentirci piccoli, al cospetto di quei giganti verdi che giocano con le nuvole e vivono migliaia di anni.
Salto di Miky nella Monument Valley
Meditazioni guardando la valle
E siamo umani inermi anche quando improvvisi acquazzoni alluvionano la strada che avremmo voluto percorrere per raggiungere la Death Valley e dobbiamo irrimediabilmente arrenderci a percorrere 400 km in più sull’unica strada alternativa aperta.
Ma il cielo sa ricompensarci con un tramonto che ci toglie la parola profusa ma ci carica il cuore di suoni.
È come avere una colonna sonora che rimbalza nella testa. Forse era proprio questo che volevano dirci i Pink Floyd quando hanno scritto Heart Beat, Pig Meat come colonna sonora di Zabriskie Point.
Decidiamo di svegliarci all’alba (sveglia alle 5) proprio per vedere il sole sorgere a Zabriskie point, prima di partire verso la valle del fuoco, dove la natura si fa pittore. La valle del fuoco è una tavolozza di colori, sembra una gigantesca versione di quelle bottigliette in cui componi opere d'arte con la sabbia colorata.
Come in un film, scorrono le immagini a cui fanno eco le emozioni dello Zion National Park, del Bryce Canyon dove ci concediamo il tempo sia per percorrere, con la nostra macchina, la Scenic drive, sia per sgranchirci le gambe lungo il Navajo loop trail. Del resto, che vacanza sarebbe sena un po’ di sano trekking.
L’iconicità di questi spazi diventa protagonista quando arriviamo al Canyonlands National Park: una tela che il tempo ha saputo incidere di tagli profondi come riccioli di frattali. Prendiamo coraggiosamente la deviazione su Shafer Canyon Road e White Rim Road, accessibile solo ai 4x4, per raggiungere il Thelma e Louise Point e consumare fino in fondo il nostro volo di libertà. Non ci siamo buttati, tranquilli, ci siamo solo goduti l’assenza assoluta di costrizioni che questo luogo ispira.
Dalla terra scavata di Canyonlands agli archi sospesi nel cielo dell’Arches National Park è un attimo. Lo scenario muta del tutto ma immutato resta lo stupore. Meriterebbe scrivere un articolo per ogni parco attraversato, perché come si fa a non citare la Monument Valley o l'Antelope Canyon o il Grand Canyon o il Joshua Tree National Park ma ogni scritto non renderà giustizia a quello che gli occhi incontrano perché è davvero troppo immenso per codificarlo col linguaggio parlato: un racconto lungo 5308 km snocciolato in dodici giorni intensamente memorabili.
Abbiamo provato a descriverlo per immagini, con l'obiettivo di condividere con voi quelle emozioni che poi ti fanno preparare ancora una volta la valigia.
E allora guardate il nostro video.