Mosaico della cappella di Sant'Andrea al museo Arcivescovile ravenna

Cosa vedere in Emilia Romagna: un viaggio tra Ravenna e Cervia

L’Emilia Romagna è una delle regioni italiane che racchiude in pochi chilometri una straordinaria varietà di esperienze: l’arte raffinata delle città storiche come Ravenna, la natura delle zone umide e costiere come Cervia, la gastronomia senza rivali e un’accoglienza autentica.

Se stai cercando cosa vedere in Emilia Romagna, ti propongo un itinerario che unisce due perle della costa adriatica: Ravenna, capitale dell’arte musiva e città dantesca, e Cervia, regina del sale dolce, immersa in un paesaggio sospeso tra acqua e cielo, perfetto per chi cerca esperienze autentiche nei borghi italiani.

Mettere insieme Ravenna e Cervia (attenzione spoiler: anche una tapa extra), in un unico itinerario significa abbracciare due anime diverse dell’Emilia Romagna, complementari ma molto adatte ad una vacanza sostenibile in piccoli paesi d’Italia. Da un lato la maestosità silenziosa dei mosaici e i percorsi danteschi; dall’altro il vento tra le canne, l’eleganza dei fenicotteri, la luce rosa delle saline al tramonto.

Ravenna: mosaici, imperatori e un poeta esiliato

I mosaici patrimonio UNESCO

Visitare Ravenna significa letteralmente camminare nella storia. È una città discreta, che non grida la propria bellezza ma la sussurra con grazia, invitandoti a rallentare e osservare. E il primo motivo per farlo sono i mosaici bizantini, otto complessi monumentali riconosciuti come Patrimonio Mondiale UNESCO.

Entrare nella Basilica di San Vitale è come varcare una soglia temporale: ti ritrovi catapultato in un mondo dorato, dove l’Imperatore Giustiniano e l’Imperatrice Teodora ti osservano con occhi fissi da oltre 1500 anni.

Ogni tessera è posizionata con tale precisione da non credere che sia stata mano umana a farlo.

Immagina di avere tra le mani queste tesserine colorate: devi saper posizionare quel piccolo dettaglio nel contesto di un disegno enorme.

A pochi passi, nello stesso cortile della Basilica, si accede anche al piccolo Mausoleo di Galla Placidia. Si tratta di un piccolo scrigno, il cui accesso è possibile per fascia oraria prenotata.

Sembra austero da fuori, così minuscolo vicino alla grandiosità della Basilica ma poi entri ed è un tripudio di stelle azzurre su sfondo blu notte. Questo contrasto tra esterno e interno è una delle firme di Ravenna: sobrietà fuori, magnificenza dentro, come a voler custodire il sacro in modo intimo.

Dettagli dei mosaici della basilica San Vitale a Ravenna
Dettagli dei mosaici della basilica San Vitale a Ravenna @Tryatrip 2025

Ma chi era questa Galla Placidia che ha voluto una volta di stelle per la sua tomba?

Galla Placidia fu una delle donne più potenti del V secolo: figlia dell’imperatore Teodosio. Colta, cristiana devota e politicamente astuta, resse l’Impero romano d’Occidente come reggente per il figlio ancora minorenne. Nonostante il mausoleo fosse destinato ad accoglierne le sue spoglie, Galla Placidia morì a Roma nel 450 e fu sepolta probabilmente presso la Basilica di San Pietro.
All’interno del mausoleo si trovano comunque tre sarcofagi, ma sono vuoti. Secondo la tradizione, uno apparterrebbe al marito Costanzo III, un altro al figlio Valentiniano III, il terzo forse era quello di Galla Placidia stessa.

Il Battistero Neoniano

Non si può tralasciare il Battistero Neoniano, tra i più antichi d’Italia, dove il mosaico del battesimo di Cristo circondato dagli Apostoli ti avvolge in una danza circolare.

Siamo nel cuore del V secolo d.C.: il cristianesimo si è appena consolidato nell’Impero Romano, e il vescovo Neone ha il coraggio e la visione di trasformare un edificio romano preesistente in un gioiello di fede e bellezza. Entriamo.

Sotto la cupola ottagonale, l’aria si fa densa di spiritualità.
Lo sguardo corre subito a cercare il mosaico di Cristo. Giovane e senza barba, è raffigurato nel gesto solenne del battesimo, immerso nelle acque del Giordano. Accanto a lui, Giovanni Battista e una figura allegorica, il fiume Giordano, che assume sembianze umane e mitologiche, come un dio fluviale greco. Tutt’intorno, i dodici apostoli, disposti in una danza solenne, procedono in cerchio: sei da un lato, sei dall’altro.

complesso Battistero Neoniano ravenna
Complesso del Battistero Neoniano a Ravenna @Tryatrip 2025
Mosaico battesimo di Cristo cupola Battistero Neoniano
Mosaico del battesimo di Cristo sulla cupola del Battistero Neoniano @Tryatrip 2025

Il Museo Arcivescovile

Seguimi ancora… usciamo dal retro del giardino e siamo subito al Museo Arcivescovile di Ravenna.

Entrare al museo Arcivescovile è un must, anche solo per poter vedere alcuni pezzi rari conservati qui e la famosa cappella di Sant’Andrea.

Si tratta di un piccolo ambiente a croce greca, costruito alla fine del V secolo, per essere l’oratorio privato dei vescovi cattolici, durante il periodo di Teodorico, quando dominava il culto ariano.

Il soffitto è un’esplosione di stelle dorate su fondo blu cobalto, con Cristo guerriero raffigurato in una rara iconografia: qui non è il buon pastore, ma un eroe vittorioso che calpesta le belve, simboli del male e dell’eresia.

Da non perdere dentro al museo il trono d’avorio del vescovo Massimiano. Intagliato nel VI secolo, probabilmente a Costantinopoli, si tratta di uno dei più straordinari esempi di scultura paleocristiana.

Mosaico Palazzo di Teodorico Sant’Apollinare Nuovo
Mosaico con il Palazzo di Teodorico a Sant’Apollinare Nuovo @Tryatrip 2025
Dettagli mosaici ravenna
Dettagli mosaici Ravenna @Tryatrip 2025

Basilica di Sant’Apollinare nuovo

Poco fuori dal centro storico, lungo quella che un tempo era una via importante dell’antica Ravenna bizantina, si trova la Basilica di Sant’Apollinare nuovo, longilinea, sobria e col suo campanile cilindrico.

All’interno una sola enorme navata con due lunghissime processioni in mosaico che si snodano per tutta la lunghezza. Da una parte le vergini, guidate dai Re Magi, che camminano verso la Madonna col Bambino; dall’altra i martiri, che avanzano verso Cristo in trono. Tutti su sfondo dorato, come se camminassero nella luce eterna.

La basilica fu voluta da Teodorico, re degli Ostrogoti, nel VI secolo, come cappella palatina del suo palazzo. Ma attenzione: Teodorico era ariano, quindi i primi mosaici riflettevano la sua fede.

Quando i bizantini conquistarono Ravenna, l’imperatore Giustiniano fece “ripulire” le immagini: le figure ariane furono cancellate o trasformate, sostituite da santi ortodossi.
Ad esempio nel mosaico del palazzo, che fu di Teodorico, furono rimosse tutte le sue figure per essere sostituite con i drappeggi bianchi e oro trae colonne. Ma se guardi bene, sono rimaste alcune mani sovrapposte alle colonne, a testimoniare la loro antica presenza.

Vivi l’esperienza: crea il tuo mosaico a Ravenna

Dopo aver ammirato i capolavori musivi millenari, a Ravenna puoi anche diventare mosaicista per un giorno. La città offre diversi laboratori artigianali aperti al pubblico, dove puoi partecipare a workshop pratici e imparare le tecniche base del mosaico bizantino.

È un’attività interessante per cogliere personalmente quanto lavoro e concentrazione servano a costruire questi capolavori. Ti viene consegnato un piccolo telaio, scegli i colori, tagli le tessere e componi il tuo disegno, sotto la guida esperta degli artigiani locali.

Torre Gardela: un frammento medievale nel cuore di Ravenna

Durante il nostro giro a Ravenna, ci siamo imbattuti in un angolo suggestivo, lontano dai mosaici. Aabbiamo scoperto la Torre Gardela, una piccola perla medievale che silenziosa se ne sta, un po’ impacchettata, tra le vie del centro. La torre si trova in via Gardella, una stradina tranquilla a pochi minuti a piedi da San Vitale. Non è un edificio che ti grida addosso per farsi notare. Anzi, rischi di passarci accanto senza accorgerti della sua importanza. Ma se ti fermi un attimo e alzi lo sguardo, ti rendi conto che stai osservando qualcosa di raro: una vera torre gentilizia medievale, alta circa 17 metri, costruita interamente in mattoni e sopravvissuta ai secoli senza perdere il suo fascino austero.

C’è qualcosa di poetico nella Torre Gardela. Non ha decorazioni appariscenti, né una funzione attuale. Eppure, ti racconta lo stesso una storia: quella di una Ravenna medievale fatta di famiglie nobili, lotte per il potere, difese strategiche e dimostrazioni di prestigio.

Il Mausoleo di Teodorico

Defilato dal centro storico ma non meno importante dal punto di vista storico, a Ravenna si trova anche il Mausoleo di Teodorico. Teodorico era un re ostrogoto che dominò l’Italia nel VI secolo. Il suo mausoleo, inserito in un parco, colpisce per la sua cupola monolitica di tonnellate di pietra d’Istria, posta lì senza cemento né malta, in un equilibrio perfetto che sfida i secoli. È l’unico edificio funerario gotico giunto intatto fino a noi.

In un’epoca di sincretismi tra cultura romana, barbarica e cristiana, questo mausoleo rappresenta un punto fermo nella comprensione di un’epoca complessa.

Ravenna e Dante: amore eterno… e polemica con Firenze

Pochi sanno che Dante Alighieri non è sepolto a Firenze. Dopo l’esilio, fu accolto da Ravenna, che gli diede protezione e dove il poeta concluse la stesura della Divina Commedia. Morì nel 1321, e venne sepolto accanto alla Basilica di San Francesco.

La sua tomba, semplice ma densa di significato, è ancora oggi centro di una diatriba accesa con Firenze, che ha più volte chiesto la restituzione delle spoglie. Ma Ravenna non cede: il corpo del Poeta è parte della sua identità.

E a difendere questa posizione ci ha pensato anche la storia.

Situato proprio dietro alla tomba si erge il Quadrarco di Braccioforte, un elegante portico a pianta quadrata, in stile rinascimentale. Questo luogo prende il nome da una leggenda locale, che racconta di due valorosi soldati – “forti di braccio” – morti per difendere la città e sepolti qui. Ma questo è anche lo spazio dove i frati francescani nascosero le ossa di Dante nel 1519.

Quando vennero ritrovate per caso nell’Ottocento, la città ne celebrò la scoperta con orgoglio.

La rivalità con Firenze, oggi più simbolica che concreta, si esprime in un gesto curioso: ogni anno il capoluogo toscano invia a Ravenna l’olio per alimentare la lampada votiva sulla tomba del Poeta.

Se ami Dante, devi sapere che in città sono sparse 100 targhe dal titolo “Camminare Ravenna con la Divina Commedia“. Sulla ogni targa è riportato un QR Code, quando lo inquadri con il tuo Smartphone, raggiunge la pagina di un Canto: ecco perché sono 100, tante quanti i canti di Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Dove parcheggiare a Ravenna e come muoversi nel centro

Come molte città d’arte italiane, Ravenna ha un centro storico a traffico limitato (ZTL). Questo significa che, per evitare multe e goderti la visita senza stress, conviene parcheggiare in aree periferiche che comunque sono ben collegate.

I parcheggi consigliati sono:

  • Parcheggio Stazione (109 posti): gratuito, comodo, vicino alla stazione ferroviaria. Il parcheggio ha un centinaio di posti ma potrebbe essere già esaurito se non arrivi molto presto al mattino.
  • Parcheggio Largo Firenze: gratuito e vicino alle mura, ma piccolino. Difficile trovare posto, ma la fortuna bacia chi le sorride.
  • Parcheggio Torre Umbratica (136 posti): parcheggio gratuito abbastanza ampio e poco conosciuto. Noi abbiamo trovato posto qui e non per fortuna, ma perché era praticamente vuoto.
  • Parcheggio San Vitale: a pagamento ma a pochi minuti dai principali monumenti.

Dal parcheggio puoi muoverti a piedi o con i mezzi pubblici. Il centro è pianeggiante, ben curato, con marciapiedi larghi e accessi facilitati ai monumenti.

Se viaggi con bambini o persone con disabilità, troverai percorsi accessibili anche con carrozzine e passeggini, e molti musei sono dotati di ascensori e servizi inclusivi.

Cervia: il sale dolce e la poesia delle saline

Dopo l’incanto artistico di Ravenna, spostati verso la costa e raggiungi Cervia, una cittadina che unisce mare, natura e cultura in un equilibrio affascinante.

Le saline: un paesaggio sospeso

Le Saline di Cervia sono un ecosistema unico, esteso su oltre 800 ettari e popolato da fenicotteri rosa, aironi e tamerici. Un paesaggio che cambia colore con le stagioni e le luci del giorno, riflettendo il cielo come uno specchio d’acqua. Le visite guidate ti permettono di esplorare l’area:

  • A piedi, seguendo i camminamenti tra i bacini.
  • In barca elettrica, per un’esperienza rilassante e sostenibile.
  • In bicicletta, grazie a percorsi ciclopedonali segnalati.

In estate, puoi anche partecipare alla raccolta manuale del sale, rivivendo gesti antichi tramandati di generazione in generazione. I salinari ti raccontano la fatica e la precisione di questo lavoro, che non è solo produzione ma cultura.

La nostra esperienza non è stata delle migliori ma siamo certi che con un po’ più di fortuna ne valga la pena. Abbiamo scelto l’opzione in barca elettrica al tramonto, ma nonostante qualche giorno prima la primavera avesse già dato segni di voler lasciar posto all’estate, quel giorno lì aveva deciso di riprendersi il suo spazio.

In sintesi faceva piuttosto freddo per come eravamo vestiti, era nuvoloso, quindi il tramonto lo potevamo solo quasi immaginare e per finire, ha piovuto a dirotto, lasciandoci bagnati e non troppo contenti della scelta. Sfortuna a parte, la guida naturalistica è stata bravissima: ci ha raccontato ogni segreto di questo luogo e anche se i fenicotteri li abbiamo intravisti solo da molto lontano, l’esperienza è interessante.

saline cervia canale immissario
Saline di Cervia – canale immissario @Tryatrip 2025
salina di cervia al tramonto
La salina di Cervia al tramonto @Tryatrip 2025

Perché il sale di Cervia è “dolce”?

Il Sale Dolce di Cervia è una denominazione che incuriosisce molti. Non perché il sale sia zuccherino, ovviamente, ma perché è privo di sali amari come il solfato di magnesio e il cloruro di calcio. Questo lo rende più delicato, meno pungente al palato, e ideale per l’uso quotidiano e per la gastronomia di qualità.

A differenza di molti altri sali marini, quello di Cervia non viene raffinato, conservando così oligoelementi preziosi e mantenendo una produzione completamente artigianale. Non a caso è usato da molti chef stellati, ed è anche venduto in versione aromatizzata (al finocchietto, al rosmarino, ecc.).

La tamerice: una pianta resiliente

Tra le piante simbolo delle saline troviamo la tamerice, un arbusto elegante e resistente, capace di crescere in terreni ad alta salinità. I suoi fiori variano dal bianco al rosa acceso, e le sue radici sono in grado di filtrare il sale dall’acqua, rendendola un emblema di adattamento e bellezza in ambienti ostili. È facile vederla fiorire lungo i canali, offrendo rifugio e cibo agli uccelli migratori.

Se passi le sue foglie tra le mani e poi ti lecchi le dita, sentirai un gusto salato.

Il Casello del Diavolo e la rivalità con Cesenatico

La storia delle saline non è solo fatta di lavoro e natura, ma anche di aneddoti leggendari. Uno dei più curiosi riguarda la storica rivalità tra Cervia e Cesenatico, entrambe interessate al controllo del sale, che per secoli fu uno dei prodotti più preziosi in Italia.

Per arginare il “pericolo” rappresentato dalla vicina Cesenatico, a Cervia venne costruito un casello di controllo sul confine, proprio lungo la via del sale che collegava le due città. Ma quel casello non era un punto neutro: i cervesi lo chiamarono “Casello del Diavolo”, quasi a voler maledire simbolicamente gli “invasori”. Il nome è rimasto, oggi riportato con orgoglio anche nelle visite guidate, e testimonia quanto il sale fosse considerato una risorsa strategica da difendere con ogni mezzo.

Cervia: quando la Torre era un Faro

Non so se ti è mai capitato di trovarti in un posto dove, nonostante il freddo e la pioggia, resti affascinato da una storia.

Cervia, molto prima di essere una meta di mare super gettonata, era già famosa in tutta l’Adriatico per il suo sale, tanto da diventare uno dei porti più importanti dell’Adriatico.

Proprio per questo, la città necessitava di un punto di riferimento per i naviganti: un faro.

A questo scopo fu utilizzata la Torre di S. Michele. Al suo interno venne installata un’asta di ferro per sostenere la lanterna in modo che i naviganti avessero il loro punto d’approdo sicuro in città.

Ma come approdo?

Sì, lo so cosa stai pensando: “Ma la torre oggi è lontana dal mare!”

Infatti! Ma la cosa incredibile è che, alla fine del ‘700, la linea di costa era circa un chilometro più indietro rispetto a oggi.

Quindi la torre era davvero sulla riva. Con il passare del tempo, il mare si è ritirato e oggi la torre è lì, adiacente al canale di Cervia.

Appena girato l’angolo dalla torre, trovi un posticino speciale: il MUSA – Museo del Sale. È piccolo, ma te lo assicuro, vale la visita! Se ti piace scoprire le storie vere dei luoghi che visiti, qui ti sentirai a casa.

Ci metti poco a visitarlo: puoi scoprire attrezzi originali, un plastico interattivo, la burchiella, che era un’imbarcazione tradizionale usata nelle saline, foto d’epoca e documenti curiosissimi.

Quando esci, hai il profumo del sale ancora nel naso.

Mirabilandia: il parco dove tornare bambini e urlare di gioia senza freni

Durante il nostro viaggio in Romagna, ci siamo concessi una giornata completamente diversa dal solito: niente monumenti, niente musei, solo risate e adrenalina a Mirabilandia.

C’era qualcosa di liberatorio nell’entrare lì dentro, quasi come se avessimo lasciato la razionalità al parcheggio.

A volte bisogna proprio questo: tornare bambini, senza troppe domande, e buttarsi a capofitto in un loop di montagne russe, spruzzi d’acqua e grida liberatorie. Ricordo ancora il momento in cui ci siamo lanciati sul Katun: prima il silenzio sospeso in cima, poi il vento in faccia e le urla – le nostre – che si mescolavano a quelle degli altri. Per una volta non contava nulla se eri adulto, se avevi impegni, se eri stanco.

In quel preciso istante, eravamo solo felici, come quando da piccoli correvi a perdifiato senza sapere perché.

E forse è proprio questo il segreto di posti come Mirabilandia: ti ricordano che divertirsi, a volte, è la cosa più seria che puoi fare.

Contenuti Social



Commenti

7 risposte a “Cosa vedere in Emilia Romagna: un viaggio tra Ravenna e Cervia”

  1. Sono stata a Ravenna moltissimi anni fa, troppi, ed ero troppo piccola per apprezzare a pieno le sue bellezze: mi piacerebbe organizzare almeno 4 giorni questa città per ammirare come si deve i mosaici e il suo fantastico patrimonio artistico. Cervia invece non l’ho mai vista e mi ispira molto!

  2. Guarda sarei dovuta essere a Ravenna lo scorso week end, per accompagnare parte della mia famiglia a Mirabilandia. Non amando più come una volta i parchi a tema avevo già preso tutte le informazioni per raggiungere la città ( da sola!) con i mezzi pubblici e per visitare finalmente i famosi Mosaici. Ma come in tutte le famiglie con i bambini, non arriva la febbre due giorni prima?? Ora so dal tuo articolo che anche Cervia vale la pena di essere esplorata e alla prossima aggiungerò anche i tuoi consigli di viaggio.

  3. I mosaici di Ravenna mi hanno fatto piangere di commozione! In particolare il firmamento del Mausoleo di Galla Placidia… non riuscivo a staccare gli occhi da tanta meraviglia. Invece Cervia la conosco poco e ogni volta mi riprometto di visitare le saline in bicicletta e poi per un motivo o per l’altro non riesco a farlo. Il paesaggio è veramente sospeso tra terra e acqua, misterioso e affascinante

  4. Io ovviamente vado a Ravenna partendo dall’ultimo punto ma quei maledetti di Mirabilandia che mi mettono i biglietti per due giorni di solito mi costringono a farne in zona almeno quattro e così ho battuto la zona il lungo e in largo e… manca la cosa che più mi piace nei paraggi: Sant’Apollinare in Classe, che per me resta “la chiesa verde” perchè nelle giornate di sole ha un colore incredibile!

  5. Ho perso il conto di quante volte sono stata a Ravenna, è un luogo che mi attira tantissimo e non mi stanca mai. Recentemente ho scoperto anche Cervia, però il Museo del Sale non l’ho ancora visitato. Un motivo in più per tornare da quelle parti!

  6. Sia Ravenna che Cervia sono luoghi che meritano una lunga visita. Ho avuto modo di tornare 2 volte in particolare a Ravenna e non ti nascondo che ogni volta mi ha dato una grande emozione. I suoi spettacolari mosaici, la Bellezza che la circonda la rende unica ed imperdibile

  7. Ravenna l’ho visitata chissà quante volte e puntualmente mi stupisce: ogni volta ho avuto un’esperienza completamente differente dalla precedente.

    Ci sono ritornata lo scorso ottobre e dovevo abbinare la visita al Museo del Sale di Cervia. A causa di uno sciopero dei treni, sono dovuta rientrare prima del previsto e non ho raggiunto Cervia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *