Arriviamo a Jaipur, la capitale del Rajasthan, subito dopo un acquazzone: strade e case sono invase d’acqua.
Del resto siamo nel periodo monsonico e tutto rientra in una normalità che a noi appare comunque estranea.
Una donna nel suo sari e un uomo scalzo accanto a lei, picchettano la strada di terra con un attrezzo che sembra improvvisato. Sono in mezzo ad un traffico caotico, quello delle grandi città, ma non se ne curano, intenti come sono a creare un canale di scolo per l’acqua.
Depositiamo i bagagli in hotel e siamo già pronti per il nostro programma di visita.
Cosa vedere a Jaipur: la città rosa del Rajasthan
Jaipur è conosciuta come la Città Rosa per il colore che caratterizza gli edifici nel centro storico.
Fu il Maharaja Sawai Ram Singh nel 1876 ad ordinare di dipingere la città di un rosa terracotta, per accogliere e onorare il Principe di Galles, il futuro re Edoardo VII, durante la sua visita in India.
Nella cultura indiana, il rosa è tradizionalmente associato all’ospitalità e all’accoglienza, ed era quindi un colore perfetto per dare il benvenuto a un ospite di tale importanza.
Per chi è alla ricerca di esperienze ricche e intense, Jaipur e i suoi dintorni hanno molto da offrire.
Scopri cosa vedere a Jaipur e dintorni:
1. City Palace: Il Palazzo del Maharaja
2. Jantar Mantar: Un Parco Astronomico Unico
3. Hawa Mahal: il palazzo dei venti
4. Forte Amber: Una Fortezza Imponente
5. Jal Mahal: il palazzo d’acqua
City Palace: Il Palazzo del Maharaja
Nel cuore di Jaipur si trova il Palazzo del Maharaja, noto anche come City Palace. Questo complesso architettonico è una fusione straordinaria di stile Mughal e Rajput, con cortili ampi, padiglioni riccamente decorati e musei che conservano tesori inestimabili.
Tra i luoghi di interesse all’interno del Palazzo, spiccano il Chandra Mahal, un palazzo a sette piani che ancora oggi è residenza della famiglia reale, e il Mubarak Mahal, originariamente costruito per accogliere ospiti importanti, oggi trasformato in un museo che espone abiti reali e armi antiche, offrendo uno sguardo intimo sulla vita passata dei Maharaja.
Il Pitam Niwas Chowk, con le sue quattro porte decorate a rappresentare le stagioni, è un angolo del palazzo che abbiamo amato tantissimo, per la bellezza e il realismo dei decori.
La magnifica Porta dei Pavoni rappresenta la stagione autunnale. La sua decorazione artistica lascia senza parole.
I pavoni sono rappresentati con le piume aperte, in tutta la loro magnificenza, creando un’illusione quasi tridimensionale che avvolge il visitatore in una danza di forme e colori. Al centro della porta si trova un piccolo altare dedicato a Vishnu, il dio protettore della mitologia hindu.
La Porta del Loto è dedicata alla primavera, ornata da intricati motivi floreali, soprattutto raffigurazioni di fiori di loto, simboli di purezza e bellezza divina.
Associata all’estate, la Porta del Sole è decorata con raggi solari dorati e motivi che rappresentano la potenza e il calore del sole. È consacrata a Surya, il dio del sole nella mitologia hindu.
La Porta delle Rose rappresentante l’inverno ed è decorata con eleganti motivi floreali, specialmente rose, per rievocare l’atmosfera calma e delicata dell’inverno.
Il City Palace è un simbolo della grandezza e della storia di Jaipur, visitarlo significa immergersi nelle storie dei Maharaja che hanno governato questa terra con splendore e saggezza.
Jantar Mantar: Un Parco Astronomico Unico
Una delle visite più interessanti che abbiamo fatto a Jaipur è quella al Jantar Mantar, uno dei più straordinari esempi di architettura scientifica del XVIII secolo.
Costruito tra il 1727 e il 1734 dal maharaja Jai Singh II, il Jantar Mantar è composto da una serie di strumenti astronomici monumentali progettati per osservare e calcolare i movimenti degli astri e per misurare il tempo con grande precisione.
In effetti il termine sanscrito “Jantar Mantar” ha un significato che riflette la funzione del sito.
“Jantar” significa “strumento” o “macchina”, mentre “Mantar” può essere tradotto come “formula” o “incantesimo”.
Quindi, “Jantar Mantar” può essere tradotto come “strumento magico” o “strumento astronomico”.
Il nome suggerisce l’importanza e la sofisticazione degli strumenti astronomici presenti nel parco, progettati per misurare e comprendere i fenomeni celesti con grande precisione.
Alcuni degli strumenti più suggestivi sono:
- Samrat Yantra: Una grande meridiana, che funge da orologio solare e permette di calcolare l’ora del giorno e l’angolo solare. Una versione più piccola è il Laghu Samrat Yantra e può indicare l’ora locale con una precisione di 20 secondi. Sono entrambi costruiti sulla latitudine di 27° nord (quella di Jaipur).
- Vrihat Samrat Yantra: Strumento utilizzato per misurare l’ora del giorno sfruttando l’ombra proiettata dalla luce solare. Il chhatri indù posto in cima (una piccola cupola) viene utilizzato come piattaforma per annunciare le eclissi e l’arrivo dei monsoni
- Rashi Valaya Yantra: Quadranti gnomonici che misurano le coordinate eclittiche di stelle, pianeti e tutti i 12 sistemi di costellazioni
- Jai Prakash Yantra: Coppia di emisferi che mappano il cielo
Hawa Mahal: il palazzo dei venti
Conosciuto anche come il “Palazzo dei Venti”, Hawa Mahal è un edificio iconico famoso per la sua facciata a forma di alveare con 953 finestre chiamate jharokhas.
Fu costruito nel 1799 dal maharaja Sawai Pratap Singh ed è un esempio unico dell’architettura Rajput. Si tratta di un edificio a cinque piani realizzato in arenaria rossa e rosa.
Il Hawa Mahal aveva una funzione principalmente cerimoniale e sociale. Le piccole finestre permettevano alle donne della famiglia reale (che seguivano il purdah, ovvero il tradizionale isolamento dalle persone estranee) di osservare le feste e le processioni che si svolgevano nelle strade di Jaipur, senza essere viste.
Questo garantiva loro una certa privacy, pur mantenendo un collegamento con la vita pubblica.
Anche se la facciata può sembrare massiccia, il palazzo è relativamente poco profondo e la forma a piramide rovesciata lo rende leggero.
Al suo interno non ‘è molto da vedere, solo un piccolo Museo che espone manufatti della dinastia Rajput mentre dai piani superiori si può godere di una splendida vista della città, compreso il vicino Jantar Mantar e il City Palace.
Forte Amber: Una Fortezza Imponente
Il Forte di Amber, situato a circa 11 km da Jaipur, è una delle più imponenti e maestose fortezze del Rajasthan, realizzato a scopo difensivo ma anche come residenza reale. Costruito nel XVI secolo dai Rajput, si erge sulle colline Aravalli e dall’alto domina l’intero paesaggio circostante.
Davanti al Forte di Amber si trova un pittoresco laghetto artificiale, il Maota Lake, che riflette l’imponente struttura del forte. Al centro del lago, su una piccola isola, è coltivato un giardino conosciuto come Kesar Kyari, caratterizzato da aiuole geometriche dove un tempo si coltivava zafferano, creando un’oasi di bellezza e profumi in mezzo all’acqua.
L’accesso al forte può avvenire in due modi principali: a piedi, salendo una ripida strada di pietra che si snoda lungo la collina, o in groppa a un elefante, come era consuetudine per i reali nei secoli passati.
Gli elefanti, decorati con tessuti colorati e pitture elaborate, trasportano i visitatori dal piede della collina fino alle imponenti porte del forte, regalando un’atmosfera di maestosità che rievoca i fasti del passato.
Tuttavia, dietro questa tradizione apparentemente pittoresca si nasconde una realtà più complessa.
Gli elefanti che conducono i turisti non sono animali autoctoni del Rajasthan, e molti di loro soffrono le condizioni climatiche manifestando problemi sulla pelle. Gli addestratori, detti mahout, si occupano della cura e della gestione degli elefanti, ma nonostante la salita con gli elefanti sia limitata alle prime ore della giornata, per non esporre gli animali a temperature e sforzi eccessivi, le preoccupazioni di varie organizzazioni animaliste permangono.
Tornando al Forte, una volta giunti in cima, attraversata Suraj Pol, la Porta del Sole, si apre il primo cortile, noto col nome di Jaleb Chowk. Si tratta di uno spazio ampio e maestoso, un tempo utilizzato per le parate militari e per l’accoglienza dei soldati di ritorno dalle battaglie.
Uno degli elementi distintivi di questo cortile è la grande scala che conduce alla Shila Devi Mandir, un tempio dedicato alla dea Shila Devi, protettrice della famiglia reale Kachwaha. Questo tempio è noto per la statua della dea, che secondo la leggenda fu portata dal Bengala su richiesta del Maharaja Man Singh I.
Abbiamo la fortuna di arrivare in tempo per assistere al puja, il rituali di adorazione della dea che ogni giorno si svolge all’alba e al tramonto.
Lasciamo le scarpe appena fuori dal tempio e ci mescoliamo alla folla per assistere a qualcosa di sconosciuto che tuttavia riesce a trasmettere potente tutta la sua sacralità.
La cerimonia inizia con la purificazione del sacerdote e dell’altare, dove viene collocata la statua della dea, adornata con fiori freschi e abiti cerimoniali. Il sacerdote poi accende incenso e lampade ad olio, e inizia a recitare i mantra, preghiere in sanscrito ripetute in onore della dea.
Questi canti ipnotici sono accompagnati dal suono dei ghanta, che vengono ripetutamente scossi per richiamare l’attenzione divina e purificare l’ambiente spirituale.
Il Forte, racchiuso tra massicce mura di pietra arenaria gialla e rossa nasconde all’interno sontuosi palazzi, templi, cortili e giardini.
Una delle stanze più straordinarie è la Sala degli Specchi (Sheesh Mahal). Le pareti e il soffitto sono completamente ricoperte da migliaia di piccoli specchi tagliati con precisione e intarsiati in motivi floreali e geometrici. Questi specchi, posti strategicamente, servivano a riflettere la luce in modo tale che anche una singola fiamma di candela o un piccolo raggio di sole possa illuminare l’intera sala, creando un effetto scintillante che avvolge lo spazio in un’atmosfera quasi magica.
Il Diwan-i-Khas al Forte di Amber è invece una delle sale più eleganti e raffinate del complesso, riservata alle udienze private del Maharaja. Questo spazio maestoso, chiamato anche “Sala delle Udienze Private”, era utilizzato dal sovrano per incontrare dignitari di alto rango, ambasciatori stranieri e nobili della corte, in un ambiente più intimo rispetto al Diwan-i-Aam, dedicato alle udienze pubbliche.
Ci ha molto colpito la presenza di una zona con bagno turco, utile per rituali di purificazione e per rilassarsi. Sapevano di certo trattarsi bene.
L’intero Forte di Amber è talmente grande da richiedere diverse ore per essere visto e goduto in ogni sua parte, consigliamo assolutamente la visita se siete nei dintorni di Jaipur.
ATTENZIONE: All’Amber Fort ci sono tantissimi turisti e di conseguenza tantissimi venditori ambulanti, piuttosto insistenti, e sedicenti fotografi, pronti a immortalarvi ad ogni vostro passo. Diffidate dell’autenticità dei souvenir in vendita e se non pensate di acquistare delle foto, non lasciatevi fotografare. Se vi piace, quando visitate un luogo, portare a casa un souvenir tipico, allora leggete il nostro articolo su Cosa acquistare in India.
Jal Mahal: il palazzo d’acqua
Sempre nei pressi di Jaipur merita uno sguardo, anche se solo da lontano, il Jal Mahal, conosciuto anche come Palazzo d’Acqua. Si tratta di una meraviglia architettonica situata nel cuore del lago Man Sagar.
Costruito originariamente nel XVIII secolo dal Maharaja Madho Singh I come residenza per la caccia agli uccelli, il Jal Mahal è stato ideato per sembrare sospeso tra le acque.
Il fatto più sorprendente è che il palazzo ha cinque piani, ma durante la stagione dei monsoni, solo l’ultimo piano rimane visibile, creando l’illusione di un palazzo fluttuante, rendendolo uno degli edifici più suggestivi della regione.
Il palazzo ha avuto una storia di trascuratezza, con decenni di abbandono prima dei recenti sforzi di restauro. L’accesso all’interno del Jal Mahal è limitato, ma il suo aspetto dall’esterno e il panorama del lago continuano ad attrarre turisti e fotografi da tutto il mondo.
Noi purtroppo l’abbiamo visto una una giornata piovosa e le foto non gli rendono giustizia ma è comunque evidente l’illusione di un palazzo che esce dalle acque.
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