Qualunque sia la nostra provenienza e qualunque sia il numero di paesi che abbiamo già visitato, l’incontro con la terra santa è tutt’altro che scontato. Questa è terra di tutti: amata e contesa da ebrei, cristiani e musulmani, terra ospitale fin dai tempi in cui mercanti di ogni dove percorrevano la strada dei Re vendendo incensi.
Le sacre scrittura collocano sul monte Nebo, nella terra di Moab, il luogo in cui Mosè ebbe la visione della terra promessa che Dio aveva destinato al suo popolo. Mosè non la raggiunse mai e qui su questo monte terminò la sua vita terrena.
Siamo poco distanti dalla città di Madaba, di fronte si estende Israele con Gerico e Gerusalemme. Siamo nella Giordania centrale tra Amman e Aqaba.
L’antico nome Moab di questa zona deriva dal popolo dei Moabiti che qui si stanziò ben prima di Cristo. La terra è asciugata dal sole tanto da sembrare arida, sparute oasi punteggiano appena di verde alcuni tratti. In realtà in questa zona non mancano occasioni per visite ed attività che appagheranno ogni senso.
Sul monte Nebo sorge un parco recintato con un percorso tracciato che attraverso ulivi e simboli vi accompagnerà fino in cima, dove sorge il santuario. Appena fuori potrete ammirare il bastone di Mosè, scultura realizzata nel 1972. Rappresenta un serpente avvolto sulla croce per ricordare il serprente di Mosè a protezione del popolo ebreo.
Dentro potrete ammirare splendidi mosaici con scene di caccia e pastorizia, che sono l’occasione per addentrarsi nella arte del mosaico, molto fiorente nella scuola di Madaba. Proprio a Madaba dentro la chiesa di San Giorgio è conservato il mosaico capolavoro della regione. Rinevenuto per caso durante la coastruzione della chiesa, l’enorme mosaico riproduce la mappa del medio Oriente con descrizioni della Palestina, della Siria e soprattutto di Gerusalemme. Nella parte rimasta integra sono citati 156 nomi di luoghi diversi, quasi una Google Map dell’antichità.
Madaba custodisce tanti altri mosaici che in epoca bizantina decoravano case private e chiese. Se vi interessa approfondire visitate anche il Parco Archeologico di Madaba, istituito per conservare resti archeologici di epoca romana, dove troverete anche prezioni pavimenti bizantini in mosaico.
Se amate l’arte del mosaico vi suggeriamo una visita ad un laboratorio. Alcuni sono nati grazie alla Caritas che attraverso questa antica arte cerca di dare speranza a tanti rifugiati provenienti da Siria e l’Iraq, oppure aiutano ragazzi disabili ad esmprimersi attraverso l’arte.
In questa zona potete anche dedicarvi al benessere del corpo, oltre che a quello dell’anima.
Infatti poco distante troverete le sorgenti di Ma’in, un luogo tranquillo, a più di 200 metri sotto il livello del mare, nascosto tra i monti che raccoglie acque caldissime (tra i 45 e i 60 gradi centrigradi) con poteri curativi ottimi per la pelle, per il rilassamento muscolare, per la circolazione e molto di più.
Le acque sono ricche di sodio, cloruro, zolfo, ferro, anidride carbonica, bromuro e radon. Ci si deve immergere con molta clama perché scottano. L’accesso a queste vasche si trova all’interno di alcuni Resort frequentati per lo più dai locali che qui vengono a curarsi. Vi assicuro che tra queste acque e i trattamenti del mar Morto, sono completamente guarita da una dermatite che mi tormentava da tempo.
Ecco, l’ho citato: il mar Morto. Ovviamente è la super star di questa area giordana. Immergersi nelle acque salatissime di questo mare senza vita, alimentato dal Giordano, è un’esperienza da fare almeno una volta. Grazie al elevatissima salinità, causa dell’assenza di vita nelle sue acque, galleggiare nelle acque del mar Morto è piuttosto facile, molto più complicato è invece tenere sotto le gambe. Sconsigliato nuotare o fare attività movimentate perché l’acqua è talmente salata da bruciarvi gli occhi anche solo con una goccia. Per questa ragione sulla spiaggia dei resort (noi abbiamo alloggiato al Crowne Plaza) sono messe a disposizione pompe di acqua dolce per sciacquare la faccia e il resto del corpo. Se volete godere al meglio del trattamento, cospargetevi coi fanghi, lasciate che si asciughino e poi immergetevi nelle acque per pulirvi. Ripetete almeno un apio di volte.
Naturlamente la Giordania non finisce qui, ma questo racconto è espressamente dediacato alla zona centrale.
Lascia un commento