Mi sono sempre chiesta perché Amsterdam venga definita Venezia del nord.
È senza dubbio una città d’acqua, del resto il suo nome significa proprio Diga sul fiume Amstel e i canali sono parte fondamentale del suo scenario urbano. Proprio per questo mi sembra che paragonarla ad una qualsiasi altra città sia riduttivo.
Amsterdam non è Venezia
Amsterdam è Amsterdam. Non c’è luogo al mondo, simile a questo.
Le case di Amsterdam sono palafitte, appoggiate su pali in legno conficcati nell’argilla, in strati successivi di torba e acqua per terminare con sabbia solida, fino a comporre 11 metri di profondità.
E sono case storte: in avanti e di lato come soldatini stanchi.
Gli assestamenti del tempo e qualche cedimento hanno fatto in modo che le case assumessero questo tipico profilo sbilenco, dove una casa sembra sorreggere quella vicina. Ma pendono anche in avanti perché anticamente queste case fungevano da deposito e, con una leggera inclinazione in avanti, era più semplice sollevare le merci senza che sbattessero sulla facciata.
E poi ci sono i canali. La loro profondità media è di 3 metri e si usa dire: 1 metro di sporcizia, 1 metro di biciclette e 1 metro di acqua.
Non è difficile da credere che in effetti sia proprio così. L’acqua non è cristallina e con oltre un milione e trecento mila biciclette per poco più di 800 mila abitanti, non è strano pensare che una buona parte finisca nei canali.
Però il loro fascino resta immutato.

C’è chi attende trent’anni per avere il permesso di ormeggiare un Housbot, lungo un canale. Le case galleggianti sono alloggi a tutti gli effetti, con allacciamenti alla rete idrica e fognaria e rendono ancor più romantico lo scenario complessivo. Vivere qui è un privilegio.
I canali più rinomati, Prinsengracht – il canale dei Principi, Keizersgracht – il canale dell’Imperatore, Herengracht – Il canale dei Signori e Singel – il canale più antico, sono stati inseriti nell’elenco dell’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Anche avere una casa affacciata su uno di questi canali è un lusso. La tassazione è basata sulla larghezza della facciata, che si conta in numero di finestre e di scale d’accesso, per cui spesso le case hanno facciate strettissime per espandersi invece internamente, come si può osservare al civico 7 di Singel, dove sorge la casa più stretta della città.


Se la storia della città non è antica come quella di Venezia, ha comunque un suo percorso del tutto particolare, che l’ha vista al centro dell’economia mondo in quello che viene definito il secolo d’oro olandese: il ‘600. La città allora commerciava triangolarmente con le periferie asiatiche per importare materie prima a bassissimo costo e, grazie alle manifatture, alimentare floridamente l’encomia locale.
Nel 1609 Amsterdam era il più grande centro di affari d’Europa, e anche sul fronte scientifico e artistico occupava un ruolo di rilievo.
Oggi la città e il paese intero sono tra i più felici al mondo per l’aspettativa di vita sana, per il reddito pro capite tra i più alti al mondo, per il sostegno sociale e per i bassi livelli di corruzione, tutti aspetti su cui Venezia e l’Italia intera ha molto terreno da recuperare.
Perciò non chiamatela Venezia del Nord, lasciate che sia unica e celebratela come tale.
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