Madonna dello Scopello (Baia di Cattaro)

Lunga, stretta, tortuosa, si insinua come una lingua di mare dentro la terra. È la baia di Cattaro, in Montenegro, un fiordo del sud che nei suoi 56 km regala paesaggi sbalorditivi, tra una natura che domina e villaggi dal fascino pittoresco.

La baia di Cattaro

La baia è circondata dalle montagne, che la proteggono creando un microclima ideale per la coltivazione di frutta e verdura mediterranea: il fico, il cedro, l’ulivo.

È anche protetta via mare da un sistema difensivo unico. Oltre ad una rete di fortificazioni e torri che costella le rive, le bocche erano dotate di un curioso sistema a catena, depositato in mare nella parte più stretta del fiordo, detta proprio Stretto delle Catene, progettato per bloccare l’accesso alle navi nemiche.

La catena era collegata a due torri poste sui lati opposti della baia e quando una nave nemica si avvicinava, veniva sollevata per bloccarne il passaggio, lasciando di stucco il nemico.

Addentrandosi nella baia ci si immerge nella cultura montenegrina: una miscela unica di influenze slave, mediterranee e ottomane, che riflette la storia complessa del paese, specie nelle aree lungo la baia. Per la sua posizione strategica, posta a metà del Mediterraneo, naturalmente protetta, la baia infatti fu sempre un’importante punto di riferimento per la navigazione e il commercio, e in molti ambivano ad averne il completo controllo.

Cosa vedere a Perasto e dintorni

Ci fermiamo a Perasto (Perast), un paese che porta la forgia dalla Repubblica Veneziana, e che oggi, grazie alla passione e alla maestria di alcuni giovani architetti, splende di una bellezza restaurata, soprattutto nel lungo mare, dal quale si gode di un panorama che abbraccia tutto l’interno delle bocche.

Perasto non ha mura, a difenderla erano state poste nove torrette. Camminando per le sue vie incrociamo due donne che vendono lenzuola ricamate col tipico pizzo di Perast. Si tratta di un merletto tradizionale con intricati motivi di design, realizzati ad ago e filo.
La lavorazione richiede molto tempo, grande abilità e paziente cura.
Se ne avete occasione, apprezzate la sua bellezza e magari troverete un pezzo originale da portare a casa con voi.

Di fronte a Perasto, sorge uno scoglio romantico, dal quale si innalzano dei cipressi: è San Giorgio con accanto l’isolotto della Madonna dello Scalpello, dove fu edificata la chiesa di Nostra Signora delle Rocce.
La leggenda che avvolge questo luogo crea una suggestione tale da renderla una meta imperdibile.

Si racconta che due fratelli marinai, di ritorno da un viaggio piuttosto pericoloso durante il quale uno dei due si ferì ad una gamba, videro affiorare dal mare, presso uno sperone roccioso, l’icona della Vergine. Pensando ad un segno divino, decisero di portarsela a casa e l’indomani miracolosamente la gamba era guarita. In segno di gratitudine i due fratelli decisero di costruire una chiesa dedicata alla Madonna dello Scoglio e portarono attorno allo sperone, pietra su pietra, per costruire l’isolotto che l’avrebbe ospitata.
Era il 22 luglio del 1454.

Ancora oggi, il 22 di luglio si festeggia la Fasinada, l’evento che celebra il ritrovamento dell’immagine della Madonna, durante il quale tantissime barche vanno in mare per portare pietre sull’isolotto e sostituire quelle vecchie.
Se entrate nella chiesa troverete esposta l’icona miracolosa della Vergine.

Cattaro e le sue mura patrimonio Unesco

Addentrandosi ancora fino in fondo alla bocca si arriva a Cattaro, paese che presta il nome all’intera baia.

La città è circondata da possenti mura alte fino a 20 metri, costruite nel corso di diversi secoli. Raggiungono un’estensione di 4 chilometri, arrampicandosi per fino sul Monte Lovcén, alle spalle della città. La fatica per salire fin lassù è ampliamente ripagata dalla vista che se ne gode, sempre che non vi imbattiate in una giornata grigia, come è capitato a noi.

Cattaro, nelle vie del centro storico
Cattaro, nelle vie del centro storico – @Tryatrip 2019

Sopra una delle porte di accesso si legge: Tude Necemo – Svoje Ne Damo

Si tratta di una frase in serbo che tradotta significa:
Non ci arrenderemo – Non daremo via ciò che è nostro.

Riferita alle lotte per l’indipendenza montenegrina a lungo ricercata, la frase esprime la determinazione e l’orgoglio di un popolo per il proprio territorio.
La facciamo un po’ nostra per lanciare un monito che sottolinei l’importanza di preservare il patrimonio storico, culturale e naturalistico di ciascun paese. Qui ci ha già pensato l’Unesco, giacché le mura di Cattaro sono inserite nella loro lista dei patrimoni dell’Umanità UNESCO.

Buon viaggio!


Commenti

5 risposte a “Bocche di Cattaro: il fiordo del Sud”

  1. Ammetto che il Montenegro è un enorme punto di domanda sulla mia mappa dei luoghi da visitare. Lo conosco poco perché ne ho letto poco e non ho mai ricevuto particolari resoconti da parte di amici e parenti. Ma questo articolo mi ha già fatto venire l’acquolina in bocca, è proprio una terra adatta a me: carica di storia, di leggende e di panorami mozzafiato.

  2. Non ci sono mai stata ma il Montenegro è sulla mia lista quindi perché non programmare un viaggettino proprio qui magari in inverno? Per evitare la sempre più presente calca estiva che sta affollando la Penisola Balcanica!

    1. Quando ci siamo stati noi, non c’era troppa calca a dire il vero, molto godibile

  3. Non ho mai preso in considerazione il Montenegro come meta di viaggio, ma a quanto apre vale la pena creare un itinerario nella nazione e godersi questi scorci pazzeschi. Ho letto con molto interesse i tuoi consigli di visita.

  4. Non sono mai stata in Montenegro ma continuo a sentirne parlare benissimo! Questo fiordo, per esempio, regala scorci davvero unici. Si respira un’atmosfera unica dalle tue foto

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